Della cipolla si son dette meraviglie in tutti i tempi e su tutti i toni. E’ notorio che la cipolla fa bene di dentro e di fuori, ad ogni modo vedrò di dire qualcosa anche io. La cipolla da un colorito fresco e sano se mangiata cotta; se mangiata a digiuno mantiene sani tutto il giorno (non è un pò azzardata questa affermazione? Se fosse vera,
Con puntualità quasi ossessiva, soverchiando i miei rituali umorali, ti presenti con il sorriso che ti contraddistingueva e chi ti rendeva meravigliosa e unica al mio cospetto. I contraccolpi come sempre non sono perseguibili, subisco l’effetto e cerco di uniformarmi in quel contesto mentale ponendomi le solite drammatiche domande. I perché e i per come, ma lentamente scivolo e mi adagio sulla spiaggia delle emozioni e mi apro al desiderio o addirittura al sogno.
La crisi che da alcuni anni aggredisce gli assetti socio economici del nostro Paese semina terrore e preoccupazione. I danni materiali, le insicurezze, le malversazioni speculative e le incapacità di una classe dirigente responsabile di questo disastro sono gli elementi compositivi del quadro generale entro il quale noi comuni cittadini dobbiamo convivere. Una situazione all’apparenza contrassegnata tutta dal segno negativo.
L’amicizia, essendo un prodotto del sentimento va soggetta a tutte le variazioni e in alcuni temperamenti ha l’instabilità del tempo di marzo; può resistere a lungo come può durare poco, può mutarsi in indifferenza o capovolgersi in odio, può dare dispiaceri o procurare gioie, può essere un conforto per lo spirito come può produrre avvilimento. Perciò fanno male coloro che si scalmano – non sono pochi, fra essi vanno anche annoverati degli uomini celebri – contro l’amicizia, ritenendola pressoché inutile, se non addirittura nociva alla salute dello spirito. Costoro evidentemente partono dal presupposto che l’amicizia sia fatta più per chiedere che per donare. Non è così. Tuttavia è sempre consigliabile di non fare agli amici delle confidenze che domani (non si sa mai, direbbe Pirandello)potrebbero compromettervi, come è buona regola non chiedere all’amicizia più di quanto essa in realtà possa dare. Entro i giusti limiti, l’amicizia è uno dei più dolci e cari nei rapporti interpersonali. Procura gioie e oasi di sincerità. Essa è stata oggetto di trattati: ricordo quello di Cicerone, ma ce ne sono altri non meno significativi. La qual cosa sta a dimostrare che l’amicizia con i suoi pro e si suoi contra, è uno dei cardini della vita sociale. E’ non è quasi mai vero che essa possa essere causa di favoritismi o di ingiustizie: agevola, invece, a rifletterci, il senso della bontà e giustizia nell’uomo, il quale, per natura sua, tende ad esserne avaro. E poi è più facile, quando una cosa non si può fare, dire di no a un amico che ad una persona con la quale non si abbia molta confidenza. Sembrerà un paradosso, ma è proprio così.
Sfogliando un vecchio block notes (1973) ho rinvenuto degli appunti che hanno destato la mia curiosità e che si riferiscono ad un argomento poco trattato se non altro per le ragioni scaramantiche che esso determina.
La perdita di un congiunto comporta l’adozione di una serie di regole perché il tutto abbia una manifestazione esteriore e sia quindi a tutti visibile. C’è chi, a ragione, non approva certe forme di lutto, per esempio tutto l’apparato che mette addosso una vedova per far vedere il suo stato di vedovanza: veli, vesti,orecchini, fazzoletti, tutto nero, terribilmente nero. Pare che per lei la vita sia per sempre finita e poi accada che, dopo qualche mese dalla morte del marito, smette le gramaglie e torna a risposarsi.
Più volte ho cercato di individuare quali sono gli elementi di tipo ambientale che hanno la forza di influire sullo stato d’animo e quindi modellarne l’afflato. Certamente il clima, le condizioni del tempo spesso hanno il potere di plasmare e orientare i gesti, i movimenti e le intenzioni. Incidono direttamente nella qualità della manifestazione comportamentale. In questi giorni particolarmente uggiosi mi trovo particolarmente a disagio. Non provo ne rabbia e ne risentimento, anzi mi sento particolarmente arrendevole, rassegnato. Il fatalismo spadroneggia dentro e fuori di me. Questo non va bene perché la rassegnazione è quella spaventosa riconciliazione con il destino che la vita ci impone, quando le è concesso il tempo di agire su di noi goccia a goccia. Bisogna reagire, non possono essere due gocce di pioggia che svuotano la nostra caratura caratteriale. Una sorta di osteoporosi che attacca violentemente, indebolendola la nostra forza e la nostra energia intellettuale.
Sino ai primi anni del 19° secolo si chiamava “Ciabot d’Balma” dal nome di una cascina che ospitava la famiglia Baldi , di mestiere, carradori. La cascina Savonera era posta al limite delle proprietà della Casa Reale della Venaria. Il nome del toponimo deriva quasi certamente dalla intensa presenza di Ontani(Verne) che sino a pochi anni orsono fiancheggiavano la bealera di Venaria.
Il termine Cascina indica un edificio isolato, localizzato nel territorio rurale con funzione abitativa e funzionale allo svolgimento delle attività agricole, quelle legate alle coltivazioni delle terre, all’allevamento del bestiame ed alla lavorazione e conservazione delle derrate e prodotti agricoli. In genere composta da edifici destinati all’abitazione, la stalla, il fienile, deposito per attrezzi e prodotti agricoli. Il corpo in muratura in genere cinge l’aia e la corte. Da qui anche la definizione di Cascina a Corte chiusa.
La donna ha sempre occupato un ruolo fondamentale nella famiglia contadina, come moglie, figlia sorella, nonna suocera, nuora e madre. Si deve pertanto sostenere che lei rappresentasse “l’anello forte” della famiglia, anche se l’uomo con i suoi pregiudizi facendo valere una supposta superiorità di genere spesso non lo riconosceva.
Pasqua vuol dire “passaggio”: per gli israeliti dalla schiavitù alla libertà, per i cristiani dalla morte alla vita, perché Gesù risorto introduce il suo popolo nella comunione di grazia con il Padre: Fare Pasqua per noi oggi non è soltanto ripetere il gesto di confessarci e comunicarci come richiesto anche dal precetto, quanto compiere un passo vitale e decisivo che comprende un cammino di conversione, di penitenza per giungere alla gioia del perdono e della riconciliazione. I temi della penitenza e della conversione, della riconciliazione sono alla base del Vangelo come dono da parte di Dio che rende possibile la nostra libera risposta al suo amore.