La crisi che da alcuni anni aggredisce gli assetti socio economici del nostro Paese semina terrore e preoccupazione. I danni materiali, le insicurezze, le malversazioni speculative e le incapacità di una classe dirigente responsabile di questo disastro sono gli elementi compositivi del quadro generale entro il quale noi comuni cittadini dobbiamo convivere. Una situazione all’apparenza contrassegnata tutta dal segno negativo.
Ma il “popolo” è indomito. Per conoscere davvero l’indole del “popolo” non conviene misurarla nei momenti di normalità……ma bensì, quando sciolti da ogni freno si trova in balia del proprio istinto e ecco che allora escogita comportamenti e reazioni che rivelano qualità sino a quel momento inespresse. Tra le tante forme di relazione sociale che si colgono e che esprimono l’affermazione di nuovi principi ispiratori delle stesse io annoto una aggiornata idea della mutua solidarietà. Una solidarietà che per intanto è sinonimo di una sfrenata voglia di condivisione. Le grandi battaglie per il lavoro che non c’è, la lotta contro il precariato e la difesa dei diritti, il risorto movimento delle donne, la difesa dell’ambiente e del paesaggio, l’indignazione estrema nei confronti dei peccati della politica e dei politicanti. Su tutte queste grandi questioni si sono innestati tanti punti di vista compatibili che hanno prodotto nuove gemme ideali. Sono caduti uno a uno pregiudiziali spiegabili solo nella conservazione di tabù ideologici. La mia è solo una percezione, ma se così non fosse è fondamentale che il mondo della politica, quello della Chiesa e più in generale della Società Civile strutturata cogliessero questo atteggiamento mentale decisamente nuovo e che si diffonde in modo naturale e spontaneo nel “popolo” Un elemento che ha aiutato ad uscire dalla zona dei recinti è stato sicuramente la caduta del muro di Berlusconi. Il Cavaliere era un ostacolo che ostruiva la volontà popolare di relazionarsi in modo trasparente, svelenendo quel clima di faziosità che rendeva impossibile la serena configurazione delle idee e delle proposte. Ho alluso ad una solidarietà aggiornata perché reputo le relazioni interpersonali il fondamento su cui impostare il progetto di ricostruzione etico –morale e ….deontologico della Società che a noi serve. Relazioni interpersonali fondate sul rispetto reciproco e sulla voglia di comprendere e fare nostre le migliori intenzioni degli altri. Principi ecumenici, direi di no, ma una forma di elevazione culturale collettiva, una coesione molto utile quale risposta anche alla dissennata idea leghista che immagina ancora una Italia padana scorporata e indipendente dal resto del nostro territorio nazionale. I recenti scandali che hanno travolto la lega dovrebbero produrre segnali illuminanti per i suoi militanti. E’ importante indossare l’abito della partecipazione diretta, non limitarsi alla semplice indignazione, delegando la gestione della rabbia a personaggi che con l’animo populistico sostituiscono il ruolo dei partiti dei militanti con quello del partito personale. Ciò premesso tutto quanto è impegno alimenta la democrazia e la libertà. La crisi va monitorata con la nostra tensione e vigilanza. Le soluzioni non sono delegabili. Il senso del mio umile ragionamento non confligge con il diritto e dovere che ognuno di noi ha di conservare e valorizzare la propria distinta “personalità politica” e quindi mi pare lecito che pur nella sfera della coesione si manifestino le singole peculiarità nell’ambito dell’agone più generale del dibattito politico. Il terreno è seminato. Approfittiamo di questa grande opportunità. Questa prova dura e difficile forgerà ognuno di noi e ci aiuterà a costruire l’Italia che vogliamo.