Lo spunto me lo offre Ovidio (Tristia I.9,5-6) ”Finchè sarai felice avrai molti amici, se i tempi si faranno bui, resterai solo”. Sommessamente mi permetto di dissentire. Cercherò di motivarlo con garbo. La mia vita è stata tragicamente segnata dal dramma della “partenza” della mia adorata Giulia. Il buio è pesantemente calato su di me. Un buio che grazie alla presenza di Romana, Enrico e di alcuni amici si è trasformato rapidamente in un luogo “trascendentale” che mi ha consentito di rivalutare la mia “condizione”. Grazie a costoro sono uscito dall’isolamento. Supponevo di avere pochi amici, ho riscontrato di averne di più di quanto supponessi.
Il mondo è preda delle contraddizioni che l’attraversano. Oggi la forbice che distingue la qualità del benessere dal dramma della fame epovertà è talmente evidente che non consente spiegazioni o giustificazioni. Sono evidenti le responsabilità dei grandi gruppi monopolistici che grazie a politiche speculative si sono si sono adoperati di accumulare capitali, facendo inoltre opera di accaparramento delle residue fonti energetiche della terra per trarre ulteriori profitti. Non c’è nessuna cautela o attenzione per assicurare uno sviluppo più equilibrato che tenga conto che è necessario ridistribuire fra tutte le classi e i generi. Farlo riducendo sprechi e favorire l’accesso alla civiltà economica ai meno abbienti. Negli ultimi 15 anni, solo in Italia sono stati spostati 200 miliardi dalle risorse salariali ai cassieri protetti nei paradisi fiscali dei super ricchi. Tutto con il beneplacito delle classi dirigenti che ci hanno governato. Ora è inutile che i bocconiani continuino a dire la loro “autorevole” opinione. Si tenga conto che l’80% della nostra comunità reclama giustamente politiche di giustizia ed equità. Oggi il PD preferisce stare al governo con il PDL anziché aderire alla manifestazione della Fiom. Se siamo governati così, in un quadro di analoga situazione nel resto del mondo non abbiamo ragione di essere ottimisti. Qui gioca il suo ruolo la vera sinistra. Bisogna davvero che si cominci a vivere per come la pensiamo, riprendendo la lotta, altrimenti si finirà di pensare su come abbiamo vissuto. Nell’immutabilità e nella rassegnazione.
La violenza è sicuramente tema retorico nella discussione con cui si affrontano iproblemi della nostra epoca. Un argomento aperto dal cui titolo discendono le metodologie con cui e per cui si ricorre alla violenza. Karl Marx sosteneva che la violenza è la levatrice di ogni vecchia società gravida di una nuovasocietà. Di converso Filippo Turati scriveva che la violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto figlio di debolezze, malgrado i suoi effimeri trionfi. Alla violenza il socialismo deve gli alti valori morali grazie ai quali portò alla salvezza il mondo moderno. Ma anche in questo caso,sempre nell’ambito del pensiero socialista, modula il ragionamento Gramsci: Chi ha fede, chi solo alla realtà attinge l’energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e nonsubirà umiliazioni. In tempi più recenti, in piena guerra fredda si è sostenuto che: non di rado si può evitare di ricorrere alla violenza minacciando energicamente di usarla nel suo converso. Ma più in generale: tutti gli sforzi della violenza non possono indebolire la verità e servono soltanto a darle ancor più forza. Tutte le luci della verità nulla possono per arrestare la violenza, e non fanno altro che irritarla. Sono certo che la violenza non è forza ma bensì debolezza. Concludendo è nel modulo indipendente del nostro comportamento che si può inserire l’idea di Gandhi che riteneva che è meglio essere violenti, se c’è violenza nel nostro cuore, che indossare il manto della non violenza per coprire l’impotenza.
RI-LEGGI Domenica 12 maggio 2013, dalle 9,30 alle 18,00 in occasione della Giornata Mondiale del Libro Venaria, piazza Vittorio Veneto.
La distribuzione odierna dei libri si è rivelata un grande successo. Io, ma soprattutto gli amici volontari della biblioteca sono dell'idea di riproporla nell'anno. Faremo sapere poichè dovrà proseguire anche la raccolta libri. Oggi sicuramente avremo omaggiato i partecipanti di circa 3000 volumi. Un grazie di cuore a tutti.
Saper invecchiare è il capolavoro della saggezza, è una delle cose più difficili nell’arte complicatissima della nostra vita. Lo è ancor di più sapendo che il peggio di quando si invecchia è quando si èconvinti di essere rimasti giovani. Aumenta a dismisura la triste ma radicata certezza che pur animati dalla fiera e orgogliosa presunzione di essere eterni, salvo rare eccezioni, le anime invecchiando prendono sentore di acido e dimuffa. Un aspetto vissuto intimamente che ci può trascinare nello sconforto. Il litigio tra la nostra idea di “eternità” e il declassamento biologico ci conduce nell’arena nella quale si affrontano i nostri valori psicologici.
Giulia ci sei? Sono afflitto dai dubbi. E se tutto fosse una illusione, se nulla esistesse. Tutto ciò proporziona la domanda che rivolgo a Giulia invitandola a farsi viva nella massa critica dei miei pensieri. D’altro canto se partissi da certezze terminerei con grossi dubbi, Ciò non significa che partendo dai dubbi terminerei con le certezze. Resto pertanto in forse sapendo però che attraverso il dubbio tengo viva la speranza. Sempre meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore. Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni egualmente comode che dispensano l’una come l’altra dal riflettere.