L’occupazione tedesca e la restaurazione fascista agirono adoppio effetto: Nel momento stesso che accrescevano la forza materiale del nazifascismo in Italia, suscitarono contro di questa la forza morale e materiale della Resistenza partigiana. Subito dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943molti soldati appartenenti ai corpi che, rimasti privi di comando e di armi, si erano sbandati, si trovarono esposti al pericolo di essere catturati dai tedeschi, deportati nei loro campi di prigionia, rastrellati ed adibiti a lavori di supporto militare sia in Italia che in Germania. Molti avrebberovoluto tornare alle loro case nelle provincie occupate dagli Anglo-Americani, ma non potevano attraversare la linea del fronte.
Attorno le date del 25 e 26 Aprile di ogni anno si inaugura il periodo di riflessione dei momenti più significativi relativi le date coincidenti la Liberazione del nostro Paese dal giogo nazi-fascista. Date che ecumenizzano l'epilogo di una vicenda storica durata oltre 20 anni che ha anche concluso la fase tragica della guerra. Il 25 Aprile è stato il giorno in cui quasi tutti gli italiani hanno avuto la percezione di aver riconquistato la propria libertà. Quale valore assegnare al valore della Libertà a quello della Democrazia. L'Italia, senza perdere tempo, con grande senso di volontà e partecipazione è ripartita da quella data. Ha ben saputo valorizzare lo spirito unitario che aveva animato i vari movimenti di Liberazione che avevano scelto di porre al primo posto la ricerca della vittoria e non gli interessi di bottega politica. Spiace , ogni tanto origliare strani, ma preoccupanti discorsi da parte di certi settori del negazionismo o del sottovalutismo. Non nego che il trascorrere del tempo, per certi aspetti attenua il valore intrinseco presente nel decorrere epico di quella lotta. In larga misura buona parte di quei protagonisti non sono più tra di noi. Io sarei soddisfatto se certi argomenti appartenessero con più evidenza nella agenda delle discussioni politico culturali della nostra attualità politica. Libertà, democrazia, partecipazione sono argomenti presenti potenzialmente nel dibattito dell'oggi. Mi accontenterei se venissero ancor raccontati i fatti. Ad esempio nelle scuole. vorrei che la stampa si soffermasse di più raccontando le vicende storiche nominando e quindi ricordando i protagonisti. Oggi i giovani sono al massimo e non sempre i nipoti lontani di quei partigiani. Io personalmente sento mio, molto mio quel valore, ma mi rendo conto che qualcuno lo considera addirittura, perchè cosi si è espresso un ragazzo, definendolo addirittura vintage. Consultate vecchi libri, io stò rileggendo " I Centri dirigenti del P.C.I: nella Resistenza" di Luigi Longo. Se penso cosa significa essere antifascista mi viene alla mente mio padre gli zii ecc. I ricordi, venivo accompagnato tutti sabati e domenica alla Casa del Popolo il Tiziano Lanza di Grugliasco. Per noi ragazzini l'opportunità anche di vedere la televione, ricordo Rintintin, ivanohe e altro, Per gli adulti il gioco da bocce, delle carte, la mesa stupa e le merende a base di salumi, pesciolini fritti acciughe al verde. ma a Gruglisco ogni scadenza legata alla lotta di liberazione era ornata da grande partecipazione popolare.
Quando se ne sente la necessità, è giusto inquadrare eventuali problemi a cui diamo peso, in tal caso è bene non sottovalutarli e provare ad indagarli con sufficiente rigore e serietà. Se i summenzionati sono ordine comune lo sforzo certamente sarà minimo, ma se gli stessi procurano stati di tensione è il caso di prendere il toro per le corna ed evitare di rimandarli . La prima cosa da farsi è quella di esporne gli elementi compositivi, avere un quadro di massima di come gli stessi disegnano la contraddizione che procura tale malessere. Spesso la soluzione è la semplice rimessa in ordine degli stessi ricreando equilibri che sono saltati. Quasi una operazione contabile da un lato si allineano i meno dall’altro i più. Ma non esistono semplici soluzioni manipolando comuni pulsanti. Tutto è legato a quei processi di crescita interiore che implicano riflessioni, autocritica, studio, approfondimento e quasi sempre con forzature non indifferenti. Spesso a me succede di compiere veri e propri gesti innaturali che non mi appartengono nella loro matrice sostanziale.
Io scelgo (vorrei) Io voglio(vorrei) Io sono (vorrei)
Tre principi che ben difficilmente si riesce ad allineare per poter definire la nostra rettitudine. Per cambiare può bastare a volte (raramente) un pensiero ma a volte non basta una vita. C’è chi ci crede e chi no, ma sembra che fino al Rinascimento ci fossero alchimisti capaci di trasmutare materia grezza in materia più evoluta, il piombo in oro. Riuscire a realizzare la propria Grande Opere evolutiva è il più grande successo, il più importante della nostra esistenza. In questo percorso è importante assumere posizioni molto sobrie. Le persone si scelgono. Chi cerca di imporre cambiamenti ad altri, ottiene solo di peggiorare se stesso. Oppure il tuo senso di solitudine svanisce all’istante che ti accorgi che la tua felicità è autentica quando puoi condividerla, ma con qualcuno che vuole altrettanto.
Scartabellando , Vi propongo sunti di vecchie ricerche: mi ero occupato di studiare i settori di investimento del Regime, gli anni trenta e primi quaranta, nell’ambito agricolo e zootecnico. In relazione a tutto ciò il coinvolgimento delle famiglie, in particolare le donne. Mi abbandono quindi a presentarvi una curiosità.
Premesso: La pollicoltura campagnola ha come finalità la produzione delle uova. Tale indirizzo è in armonia con l’attitudine della gallina italiana, che è buona produttrice di uova. La parte più importante della pollicoltura è senz’altro incubazione. La prima fase che garantisce il successo è la scelte dei riproduttori. Dal numeroso gruppo di galline che popolano il pollaio, la massaia preleva di solito le uova da cova senza conoscere l’età, la capacità produttiva e la salute delle fetatrici. Con questo sistema l’allevatore procede ad occhi chiusi e non deve meravigliarsi se poi ottiene soggetti di scarso rendimento. Si deve quindi cercare in tutti i modi di prelevare le uova destinate alla cova, soltanto dalle migliori galline accoppiate con un buon gallo. Di solito il gallo viene scelto in base alla vivacità di colore delle penne, alla grandezza e al carattere,mentre si trascura completamente la discendenza, praticando allevamenti in consanguineità. Un Gallo, nato da madre che abbia prodotto in un anno 200 uova e messo con le comuni galline, che in media danno 80 uova all’anno, si potranno ottenere dalle femmine che mediamente potranno produrre sino a 140 uova, nel loro primo anno di fetazione Seguendo questo metodo, in meno di tre anni la produzione del pollaio potrà risultare più che raddoppiata, senza dover aumentare il numero dei soggetti allevati