Tra i tanti consigli ricevuti, qualcuno mi ha proposto di affrontare il problema sul piano della volontà. Non discuto la buona fede, ma chi non prova non può comprendere. L’argomento è sempre lo stesso delle altre volte: il dolore. Come è possibile affidarsi alla volontà, essa è niente altro che un impulso irrazionale e caotico, presente in tutti gli esseri viventi. Anche negli animali e nelle piante. Ma solo l’uomo è capace di rendersene conto senza con ciò riuscire sempre a governarla e finalizzarla. Quindi dove vi è corpo ci può essere volontà.
Una prima, forse esasperata ipotesi, potrebbe far ritenere la cultura il perseguimento della perfezione totale attraverso la conoscenza di quanto di meglio si è detto e pensato nel mondo su tutte le questioni che più ci interessano.
Una seconda definizione, traendo spunto da Antonio Gramsci potrebbe far ritenere la cultura, l’organizzazione e la disciplina del proprio io interiore; sostanzialmente è la presa di possesso della propria personalità e la conquista di una coscienza superiore per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.
La profezia di Isaia ci suggerisce la prospettiva con cui ascoltare il brano di Matteo. La parola seminata è efficace e non ritorna a Dio senza avere prodotto il suo effetto. Questa è la speranza che anima Gesù quando racconta la parabola del seme. Nonostante il rifiuto che il suo annuncio incontra. Gesù rimane certo che la parola che il Padre gli ha affidato porterà un frutto sorprendente! Ciò non toglie nulla alla responsabilità che dobbiamo esercitare come ascoltatori. Occorre vigilare per rendere la nostra vita terrena accogliente, rimuovere tutti gli ostacoli che possono chiudere orecchi e cuore all’ascolto. Riguardo a queste chiusure Gesù ci chiede di fare attenzione soprattutto a una, la più grave: udire senza ascoltare, guardare senza vedere. E’ l’atteggiamento di chi ascolta, ma senza decidersi per Gesù. Le parabole di Gesù non mirano soltanto alla nostra comprensione, ma alla nostra conversione. Decidendoci per Lui, sarà proprio la relazione con la sua persona, il seme efficace a renderci terreno buono, capace di accoglienza.
A volte ce la faccio, allontano il pensiero fisso, rimuovo i ricordi. Brucio l’immagine degli ultimi attimi che abbiamo vissuto assieme. Attimi che mi procurano lacerazione fisica e mentale. Parrebbe che tutto possa procedere nel canale placido della normale quotidianità. Ma la realtà cambia. Il dolore all’improvviso si risveglia e ricomincia a mordere. So per certo che a fronte di queste prime considerazioni la tua reazione sarà ovviamente piccata e dispiaciuta. Ma come faccio a sorridere al fato, solo tu hai contezza precisa che argomenta la ragione per cui sei partita così presto. Io sono qui che, pur cresciuto, mi dibatto tra pazienza e rassegnazione per tenere viva la speranza.
Nell’affrontare l’argomento delle nuove generazioni bisogna partire da una constatazione” Il problema materiale dell’avvenire, delle prospettive della propria esistenza è ciò che dà una impronta comune a tutta una generazione, perché il modo come questo problema deve essere affrontato e risolto, varia a secondo del periodo storico. Vi sono periodi in cui la vita si presenta come una carriera ampiamente aperta a tutti, e vi sono periodi in cui si presentano come sentieri aspri, che bisogna aprirsi con una lotta feroce contro i propri simili e contro le difficoltà materiali. L’umanità sta appunto attraversando uno di questi ultimi periodi, tanto nel nostro paese quanto in buona parte del resto del mondo capitalistico oggi attraversato da una catastrofica crisi economica”.
Fino al 44 a.C a Roma luglio si chiamò Quintilis, quinto mese, nome ereditato dal calendario Arcaico du Romolo che, secondo la tradizione, sarebbe stato composto soltanto da dieci mesi. Poi in onore del dittatore Giulio Cesare riferisce Macrobio, “su proposta del console Marco Antonio, figlio di Marco, fu chiamato Julius (Giulio) poiché Giulio Cesare nacque in questo mese. Oramai con questo mese il caldo è arrivato e non c’è pericolo di infreddature.