Qualcuno potrebbe accusarmi accusandomi di cambiare spesso opinione dare diverso peso, sottolineare diversamente le intenzioni relative l’attualità della situazione socio politica. Spesso muta la grammatura che da solidità alle opinioni che esprimo. Io come tutti, vivo le situazioni proporzionandole al tipo di vibrazione emotiva relativa non solo all’ argomento ma anche alla circostanza. Spesso la parte destra del mio annebbiato cervello prevale su quella parte sinistra che da lustro al ragionamento razionale. Ma siamo onesti:tutti noi siamo leggermente sismici. Non sono sufficienti certi rimedi antidepressivi o l’olio essenziale di bergamotto per stabilizzare il tutto.Come sempre scrivo molto, ma mi rivolgo essenzialmente a me stesso. In questo periodo sto vivendo un ciclo di forte indignazione. Sono dell’opinione che una utile soluzione sarebbe quella di vivere un certo periodo in una grotta come fece Robinson Crosuè. Recuperare i rapporti un po alla volta. Sto denunciando, da indignato la totale assenza di tutela da parte dello Stato e da parte di coloro che lo rappresentano. Ma mi rendo conto che sono disarmato. Ma non saprei dire se anche lo fossi se sarei in grado di scoccare qualche freccia dal mio arco e colpire i responsabili. Se mi rintano nel mio edenismo dove la fede nel Signore attraverso la preghiera, mi accorgo di incontrare forme di beatitudine e soavità Incontro i figli di luce che ci hanno preceduto nel mondo dell’eternità.Una prospettiva vera. L’incontro con i miei cari, con la mia amata Giulietta,elementi fondamentali contenuti nel mio forziere di convincimenti. Un patrimonio infinito che però non intendo utilizzare come contropartita per ripianare le frustrazioni terrene.
Il Conte Camillo Benso di Cavour nacque a Torino il 10 agosto 1810 durante la signoria francese.I suoi nomi di battesimo: Camillo Paolo si devono precisamente ad un atto di omaggio al Principe Camillo Borghese e alla sua bellissima sposa Principessa Paolina Bonaparte, che gli furono padrini alla fonte battesimale. La Restaurazione quando ancora egli era fanciullo, ma non gli impedì lo svolgimento tranquillo della sua vita, della sua attività intellettuale, anzi,quel rimescolio politico che seguì a tutti i grandi avvenimenti che in quel tempo si svolgevano, creò in lui l’abitudine alla osservazione dei grandi fatti, e allargò nel suo cuore già così sensibile, la potenzialità di concepire cose immense.
Cara Giulia sto attraversando un periodo di vita terrena sufficientemente equilibrata, un equilibrio che a prima sensazione non mi procura sismi psicologici. Percepisco una situazione introspettiva che mi porta a scavare e soprattutto ad estrarre. E’ totalmente scomparsa una specie di timidezza che impediva di manifestare tanti aspetti della mia intimità mentale.Una veniale ritrosia che sostanziava un comportamento teso a difendere un falso pudore che oggi ritengo improprio e dannoso nella sua funzione ostruttiva. Il bisogno di manifestare è talmente forte che mi permette di esprimere un comportamento interpersonale di grande utilità. Introspettarci è utile nell’ intento di favorire le risposte, le risposte alimentano nuovi interessi e curiosità, ti indicano campi di ragionamento ad oggi inesplorati. Qualcuno mi guarda con sufficienza o indifferenza, forse ritiene che io perda del tempo. A me il tempo non interessa, per me il tempo non esiste. Nel tempo individuo il presente. Tu Giulia sei il mio eterno presente, addolcisci, attraverso la tua fotonica realtà, il sentimento che invece in me è sempre più organico teso, attraverso l’amore a rendere praticabile il percorso che conduce alla luce eterna del Signore. Mi rendo conto,e lo propongo a tutti coloro che hanno vissuto l’analogia del mio dramma che bisogna istruirsi, bisogna leggere. Non mancano grandi esempi di straordinari autori che indicano anche sul piano metodologico convivere con il disastro personale.
Ci aiutano a capire che la morte va considerata come la nostra nascita. La nostra incubazione dura quanto tempo abbiamo sperimentato nella nostra realtà di corpo fisico di persona incarnata. Il corpo fisico è un contenitore di un’anima spirituale che vive la fase del finito sino alla morte ma è immortale nella sua fase di infinito successiva.
Detenere una qualunque cosa della quale disporre come si ritiene, è anche la potestà che si può esercitare su una cosa di cui si godono i frutti, indipendentemente dall’averla in proprietà. In particolare ciò è evidente nel campo delle relazioni interpersonali la dove l’argomento è di natura religiosa o socio – politica. Esercitare il possesso sulla mente delle persone è ftato di grande rilievo per gli effetti che in genere ne conseguono. Un esempio ancora molto attuale riguarda il dominio del genere maschile su quello femminile in relazione ad arcaici valori culturali e religiosi. Sul terreno politico sottolineo il ruolo dominante delle teste coronate nei confronti dei sudditi esponendo diritti conseguenti a supposte indicazioni divinatorie. Restringendo il ragionamento è giusto sostenere che nessuno, può pretendere di imporre il proprio credo ad altri, ciò vale per le persone vicine e nei rapporti occasionali. Pretendere di imporre è di per se un fatto negativo. Di segno opposto è reclamare il possesso quando si ritiene di averne illegittimo diritto. Ad es. la restituzione di potestà legate alla proprietà che siano state lese in ragione di atti violenti, di truffe, coercizioni o leggi ingiuste. Mi pare che in tal caso l’dea, anche sotto il profilo filosofico, va ribadita ad alta voce. Altro aspetto riguarda la possibilità di potersi assicurare l’agibilità personale. Poter esprimere,secondo le regole della democratica convivenza, le proprie opinioni che in genere i regimi totalitari o padronali frustrano normando a proprio comodo la situazione statuaria. Può sembrare banale ciò che ho raccontato. Ma non è scontato, esistono posizioni fondamentaliste che ritengono che l’idea di possesso sia comunque negativa. Nell’ articolato pensiero che secolarmente ha definito questo concetto, quasi tutti i pensatori che mi son dati a conoscere, partendo da Platone, il possesso è legato all’ idea di proprietà. Le differenze a tal proposito sono importanti. C’è chi ritiene che la terra è di tutti, ma i frutti sono di proprietà personale. Marx concepiva la socializzazione dei beni. I liberali ritengono che la proprietà garantisce la libertà. Come si vede una discussione infinita.