Sin dall’ antichità, il rapporto tra uomo e cavallo ha conservato un ruolo preminente nel sostenere le attività del Cavaliere. Un ruolo che cominciò ad incrinarsi con l’avvento della carrozza. Il cavallo diventa un elemento utile al traino sottraendosi in parte alla originale funzione di trasporto dell’uomo. Da documenti di archivio i primi cocchi vennero costruiti nella seconda metà del secolo XV nella città ungherese di Kotze diffondendosi rapidamente in diversi Paesi europei Italia, Germania e in Francia In Italia il cocchio fu introdotto dal Cardinal Ippolito d’Este, Arcivescovo della città di Esztergom (Ungheria) che tornando nella natia Ferrara venne con al seguito alcune “Caretere organesche” dette “cozo” o“coze”.
In una società medievale, carnivora dedita alle più sfrenate abbuffate, i cavalieri templari di distinsero per l'adozione di un tipo di alimentazione equilibrata e sana che nutriva senza appesantire che li manteneva in forma. I primi di essi, giunti in Terrasanta agli albori dell'ordine, dovettero abituarsi a convivere con un ambiente decisamente diverso da cui provenivano. Il clima, le malattie sconosciute rappresentavano i veri problemi. Dovettero quindi adattarsi, i particolare rispetto l'alimentazione. Abolirono i grassi, l'uso esagerato delle carni e della selvaggina abolendo la caccia. Venne anche dispensato l'uso esagerato del vino.
E’ chilometrico, non si interrompe un attimo. Curioso il suo modo di apparire nel mio presente, Giulia giunge, procura quel soffio gradevole che è intriso nella sua iconolatra presenza. Tutto è incomprensibile, anzi non è gestibile. La memoria di una figlia che ha intrapreso il viaggio nella direzione della Luce di Dio è fuori da ogni controllo razionale. Sono le circostanze che riguardano l’ordinarietà della nostra vita che rendono le immagini della memoria dolorose, lancinanti. Questa mescolanza tra orgoglio e piacere della sua apparizione e dolore sono assolutamente logiche.Il soffio delicato, soave, azzurro di Giulia è per me energia, mi aiuta a combattere le fasi acute della infelicità. Oramai ho scritto e sottolineato moltissimo, eppure la memoria è inesauribile fonte di riflessione. Riflessioni che possono essere comprese solo da chi ha vissuto questo dramma terreno.Spesso il dramma evidenzia le nostre frustrazioni, il Signore ci ha creati con il compito di “ amare”, non di volare e fantasticare. Per me è una pena, sono consapevole di questa mia manifesta incapacità. Tutto è terribilmente complesso e per questa ragione non riesco ad esprimere esattamente ciò che provo.
Si erano determinate le condizioni per compiere il difficile passo , si ufficializzava la convivenza tra il Principe Vittorio Emanuele e quella che il Bazzetta (storico dell’epoca) definirà una specie di clandestina della storia - la Rosa Vercellana. Per definizione, la Bella Rosina, donna venuta dal popolo, rimasta popolana alle soglie della Reggia dominò i sensi ed il cuore del Duca Vittorio Emanuele sono, dopo la guerra incomparabilmente superiori. Una salda amicizia lo lega all’imperatore francese.