Qualche amico che conosce il dramma che mi affligge mi sprona: stai diventando troppo triste, il tuo comportamento è un termometro di malinconie, di dolori, non potresti cambiare musica?
Non ho mai creduto alla necessità della tragedia. Non sono tra quelli che ritengono indispensabile il dramma per scrivere. Malgrado tutto spero nella possibilità di ridere, non come vacanza ma come necessità esistenziale.
Non è mia scelta la malinconia, lo scontrarsi crudo con la vita.
Non vorrei pensare al ferro, al fuoco, al nulla, a chi è perduto, a chi vuol perdersi.
“Vorrei, anzi, che la sabbia di ogni giorno annullasse i tormenti, che una briciola di gioia illuminasse gli attimi. Vorrei giocare e ridere, perché giocare e ridere avrebbero dovuto costituire il mio destino” (G. Arpino 1977).
Il mondo ci divora, ci mastica senza sosta, ci digerisce e vomita.
Per resistergli, bisogna ululargli contro, come cani accucciati davanti alla luna.
Armando.
Non ho mai creduto alla necessità della tragedia. Non sono tra quelli che ritengono indispensabile il dramma per scrivere. Malgrado tutto spero nella possibilità di ridere, non come vacanza ma come necessità esistenziale.
Non è mia scelta la malinconia, lo scontrarsi crudo con la vita.
Non vorrei pensare al ferro, al fuoco, al nulla, a chi è perduto, a chi vuol perdersi.
“Vorrei, anzi, che la sabbia di ogni giorno annullasse i tormenti, che una briciola di gioia illuminasse gli attimi. Vorrei giocare e ridere, perché giocare e ridere avrebbero dovuto costituire il mio destino” (G. Arpino 1977).
Il mondo ci divora, ci mastica senza sosta, ci digerisce e vomita.
Per resistergli, bisogna ululargli contro, come cani accucciati davanti alla luna.
Armando.