Armando Crivelli 9 febbraio 2014
Spero che la morte mi colga mentre sono intento a leggere e scrivere, o se Dio vorrà, mentre prego e piango, nel mio pozzo dei desideri è contenuto l’auspicio che rende vivido, esemplare il momento della morte. Un momento da me agognato e in certe circostanze da me preteso. Dio ci ha donatola morte per farci perdonare la vita? Non credo, l’immensa misericordia che ci offre oggi il Padre Supremo è quella di rendercela soave poichè essa rappresenta dopo tanto nascere l’ultima e definitiva affermazione della vita eterna. La morte ci cautela, la morte è bella è la nostra amica più intima, si presenta mascherata e la sua immagine, per convenzione ci spaventa. Per molti ,la morte è un mistero inesplicabile della quale l’esperienza quotidiana non ha dato risposte. Sui frontoni dei cimiteri a volte sta scritto “niente è tragico.Tutto è irreale. Ma se ci pensiamo quello che si definisce una ragione per vivere è anche una buona ragione per morire. Dove sta la contrapposizione tra i due stati fisici? Dove finisce il finito e comincia la straordinarietà dell’infinito. Certo anche io auspico una facile morte. Non la considero un male, poiché liberal’uomo da tutti i mali e insieme ai benefici ci libera dai desideri. Nabokov scriveva che la vita è una grande sorpresa, non vedo perché la morte non potrebbe essere ancora più grande. Affrontare lietamente la morte è segno di profondissima felicità affrontarla tremando è segno di fragilità. Muore bene chi muore amando. Ci può essere in un uomo una esperienza, una pena, un pensiero, uno stato d’animo per cui la morte è soltanto una formalità. Io la penso e la vivo così, pur cosciente che lascerei strascichi dolorosi nei confronti dei miei cari. Troppe sono le ragioni che rendono laica questa mia convinzione. Concluderei con una affermazione di Woody Allen che sostiene che il lato positivo della morte è che ci consente di raggiungerla in stato di riposo, ovvero sdraiati.
Armando Crivelli 9 febbraio 2014
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