Settembre è la traduzione del latino september, che significava settimo mese perché, come già spiegato, in epoca arcaica si contavano i mesi partendo da marzo. L’antico legame con il sette può aver ispirato alcuni proverbi di previsione meteorologica come “ La luna settembrina sette ne trascina”, nel senso che dal tempo di questo mese si può arguire quello dei sette successivi. Domiziano seguendo l’esempio di Giulio Cesare e di Augusto volle ribattezzarlo settembre col nome di Germanico, figlio adottivo di Tiberio, e ottobre col proprio.
Per avere aceto continuamente si empie per metà un barile o piccolo caratello di buon aceto esponendolo ad un temperatura di 25 gradi o a quella regolare della cucina. Man mano che si spilla dell’aceto si aggiunge altrettanto vino,sempre che non se ne spilli una grande quantità. Il vino aggiunto al contatto dell’aceto si inacidisce e così continuando si avrà dell’aceto permanentemente. Il cocchiume del barile o del caratello va coperto con una semplice tele per evitare l’entrata della polvere e permettere in pari tempo di avere il liquido, cosa indispensabile perché il vino inacidisca.
Mi viene chiesto di dire la mia sui giovani di oggi. La loro condizione, i loro comportamenti.
Sulla loro condizione e già detto e scritto di tutto e di più, ed è inutile che ci ritorni pure io.
Mi interessa invece ragionare sui loro comportamenti. Per farlo mi viene bene parlare dei comportamenti dei giovani arabi della Tunisia, dell’Egitto e del mondo arabo in rivolta, ergo: bisognano fare come loro, imparare da loro. Avendo attenzione però ad una questione: di fronte ad un modello consolidato (la famiglia, la tribù, il capitalismo, il taylorismo, il “socialismo”, ecc.) cosa ci si può attendere dal comportamento di un individuo? Che si integri nel modello dato, considerandolo “dato in natura”, immodificabile, ovvero ribellandosi. In questa falsa alternativa ci sono cadute quasi tutte le generazioni precedenti (compresa buona parte della mia): alla fine non cambia niente. Occorre sapere dove c’è la finestra giusta! E per farlo racconto un episodio della mia gioventù.
Mi interessa segnalare come la proposta di favorire la visita agli orti e al frutteto dei Giardini della Reggia abbia scatenato un interesse che oso definire in alcuni momenti “Indomito” . Eh si! Nel verde domestico di un orto, molti dei nostri amici visitatori, ridestano arcani ricordi che appartengono al cuore delle esperienze vissute. Per molti di loro, il mondo della campagna ha rappresentato il sussidiario di vita da cui apprendere un sacco di cose rivelatesi successivamente decisive.
Spezzatelo come per la fricassèa: mettetelo in una casseruola con 125 grammi d’olio e sale fino. Vi si mettono prima le cosce e cinque minuti dopo le altre membra. Bisogna che il pollo cuocia in quell’olio e prenda colore. Un poco prima che il pollo sia cotto vi si mette un mazzetto assortito di erbe. Vi si possono aggiungere funghi e anche tartufi tagliati in pezzi.Quando tutto è a buon punto: si dispone il pollo nel piatto. Si sarà preparata, una salsa all’italiana, composta di prezzemolo,scalogno,funghi tritati , un mezzo bicchiere di vino bianco e due cucchiai di olio ove è stato cotto il pollo. Si fa riscaldare questa salsa ed introducendo l’olio si ha la cura di agitarla sempre per impedire che non si guasti. Poi si versa sul pollo tenuto caldo.
L’elegantissima Mole Antonelliana innalza la sua stella lassù,vicino alle stelle.
Guarda – dice un torinese ritornando alla sua città – si scorge la Mole
Guarda - dice un torinese che parte,rivolto alla sua Torino - si vede ancora la Mole
Non so come, ma pure in un certo modo rincuora, consola, quella vertiginosa guglia.
A seconda dello stato d’animo di chi gli volge l’occhio, appare preghiera che si eleva diritta e rapida verso Iddio; agile svettare di speranza assurdamente pietrificata; gesto di sfida nobile e sportivo; monumento grigio a una memoria che non può morire di qualcosa che s’aveva e che è lontana, perduta forse, non so dove.
Nessuno ti dimostra più amicizia di un amico nel bisogno. Quando si è messi alla prova, si svelano gli effetti autentici di quanto si proclama a voce nel corso dell’ordinario intrattenimento delle affaccendate vicende delle vita quotidiana. Non è sufficiente annunciare supposte qualità personali sin quando queste non trovano pronta e coerente traduzione di fronte l’occorrenza. La sacra passione dell’amicizia è di così dolce, costante, leale,paziente natura che può durare tutta una vita. Sono certo che amici si nasce, non si diventa. L’amicizia può essere rinsaldata se sostenuta da un altro valore: la sicurezza. Credere in se stessi per credere nell’amicizia. Le prove di amicizia sono quelle più estreme. L’amicizia raddoppia le gioie, divide le angosce a metà. L’amico sa tutto di te e gli piaci lo stesso. Aristotele sosteneva:” Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se avesse tutti gli altri beni”. Gli amici sono solitari insieme. Da Enrico e Riccardo ricevo una lezione esemplare.
11 giugno 1984: Enrico Berlinguer muore a Padova, per un ictus cerebrale dopo tre giorni e mezzo di agonia.
Dichiararono di Lui:
Sandro Pertini: “ Un giusto”
Norberto Bobbio: “ Uomo di grande coerenza, intransigente nelle sue idee, in cui credeva, un uomo di grande serietà, morale e politica. E non privo di coraggio”.
Giulio Einaudi: “ In lui non c’era arroganza, ma umiltà, senso del dovere, onestà e chiarezza.
Daniele Bovet: “ Sul piano politico Enrico Berlinguer è stato l’ideatore di un comunismo occidentale che ha portato alla formulazione originale e nuova dell’Eurocomunismo, un coronamento, per noi intellettuali della Rivoluzione Francese”.
La critica è una imposta che l’invidia percepisce sul merito. Spesso è indulgente con i corvi e si accanisce contro le colombe.
Baldassarre Castiglione nel suo Cortigiano sosteneva che “ Tutti siamo di natura più portati a biasimar gli errori altrui, che a laudar le cose ben fatte”.
Fra i molti sistemi di conservare i pomidoro è preferibile il seguente per facilità e semplicità. Si scelgono ben maturi, sani, sodi, dopo averli lavati e asciugati, si mettono in un recipiente a larga bocca e vi si versa un liquido composto da 8 parti di acqua, una di sale e una di aceto in modo da ricoprirli interamente versando poscia su questo liquido uno strato alto un centimetro di olio di oliva. La peggiore nemica dei pomidoro essendo l’umidità, bisognerà conservarli, procurandosi di coglierli in agosto od in principio di settembre, con tempo asciutto da più giorni o nelle ore calde.