La Mandria, con la sua ricchezza di acqua, disponeva pure di un non trascurabile patrimonio ittico, tale non solo da permettere la pesca dilettante,ma da offrire la possibilità di un redditizio sfruttamento economico. La pesca per diletto, soprattutto alla lenza, si esercitava sui rii d’acqua perenne, particolarmente ricchi della trota Iridea. Lo sfruttamento economico si concentrava in particolare sulla Ceronda e sui cinque laghi artificiali, che raggiungevano complessivamente l’ estensione di 12 ettari.
La caccia alla lepre e al fagiano è quella normale di tutte le riserve fornite di selvaggina nobile stanziale. Durante i mesi di settembre, ottobre e di parte di novembre viene praticata quasi esclusivamente con i cani. Più tardi, pure proseguendo la caccia con i cani, si svolgono le battute, grandiose per numero di cacciatori e di battitori e per l’accurata organizzazione. Sessanta uomini, divisi in squadre, con manovre predisposte e con una marcia convergente a tempi distinti, sincronizzando le manovre delle diverse squadre nelle diverse direzioni a colpi di fischietto,battono i boschi verso la zona ristretta dove sono appostati i cacciatori,dietro ripari di canne.
Dalla caccia è nata la Mandria: dalla caccia che fu la vera e iniziale ragion d'essere della tenuta: dalla caccia, così intimamente legata a questo paesaggio, nume tutelare dei suoi boschi e di tutto il territorio circostante. Parentela spirituale che – lo abbiamo notato – traluce evidentissima negli stessi nomi. Primo e fastoso monumento di questo vero culto venatorio fu il Castello della Venaria Reale - il palazzo di piacere e di caccia ideato dall’Altezza Reale di Carlo Emanuele II – Duca di Savoia, Re di Cipro e di Gerusalemme. Una poetica iscrizione dello stesso Castello lo proclamava:
Colgo volo uno spunto. Me lo ha offerto un’amica. Nel propormi di prendere assieme un caffè mi ha suggerito di discutere con lei della felicità. Argomento da me sfiorato più volte ma mai affrontato di petto. Per essere preciso ho avuto modo di sostenere che si tratta di un sentimento che non provo ma che in parte ritengo di conoscere. Però la prova del nove la posso fare solo su me stesso. La felicità è come la verità: non si ha, ci si è…Per questo nessuno che sia felice, può sapere di esserlo. Per vedere la felicità, se ne dovrebbe uscire. L’unico rapporto tra coscienza e felicità è la gratitudine. Ma sottolineato che il sentimento è vissuto soggettivamente con tutte le componenti; il mio ragionamento rischia di essere aleatorio, discutibile.
Manifestazioni pubbliche promosse dalla biblioteca di Venaria e dagli amici della Biblioteca integrati nella organizzazione della Pro loco:
Giovedi 19 settembre ore 21 Venaria Racconta: Notizie della città, presiede e racconta il Dott. Visentin Presidente della fondazione Via Maestra Armando Crivelli, cioè io, e Il grande Marco Perazzolo, artista. ,
Il giorno 27 settembre ore 21, presso ristorante Lucio D'la Venaria manifestazione per raccolta fondi per la lotta all'abbandono e maltrattamento dei cani e gatti dedicata alla memoria di Giulia Crivelli.
Il 5 ottobre distribuzione gratuita dei libri raccolti e che stiamo raccogliendo.
A metà ottobre premiazione concorso fotogrsfico presso Centro Luce e Benessere a Torino, Via Camerana 6.
In occasione della manifestazione del 27 settembre, nel locale de Lucio d'la Venaria via stefanat n.7 dove nella stessa verrà ricordata mia figlia Giulia verranno anche presentate le foto di animali in adozione. Il tema è quello della lotta all'abbandono e il maltrattamento dei pelosetti. Ci sarà una piacevole attività conviviale per raccogliere fondi a sostegno della causa che verranno dati in presenza di tutti voi ad una associazione che collegata con gli epici eroi siciliani salva cagnolini tutti i giorni li cura e cerca famiglie sensibili pronte ad aottare. Io sono una di quelli che ha aumentato il numero dei componenti della famiglia con l'arrivo di Cloe. Per contatti cercate anche il sottoscritto su F.b.
E’ trascorso parecchio tempo, non ti ho più scritto direttamente. Certo eri sei e sarai sempre la mia icona ispiratrice. Tu proporzioni ogni mio gesto e ogni mio atto. Ma ho l’impressione che a volte uso l’essenza del tuo stimolo per relazionare con il mondo che mi circonda. Una seconda constatazione che non vengo più in cimitero da lungo tempo; non ne sento la necessità. Debbo dire con grande onestà che in ciò c’è consapevolezza poiché considero il loculo un semplice armadio.