Quando una persona, indipendentemente da come viene giudicata dagli altri, è riuscita in qualche modo ad evolvere, migliorare se stessa, può sentirsi quasi in dovere di aiutare altri a farlo condividendo le proprie conquiste con loro. Ma riuscire ad evolvere, migliorarsi, è impresa complessa. Uno degli ostacoli è rappresentato dalla presenza di una orgogliosa nostalgia. Una marca psicologica che tende a salvaguardare il nostro passato. Un passato ineludibile, il nostro”usato sicuro”. Pertanto il nostro progetto di cambiamento incontra difficoltà. Questa consapevolezza è spesso motivato da convincimenti personali o determinato da ragioni più complesse in relazione al nostro ruolo sociale. Legarsi in modo rigido ai nostri stereotipi storici ci impedisce di cogliere l’insieme delle opportunità che la vita di tutti i giorni offre. Ma non sempre la nostra controfferta è all’altezza della richiesta. Quali strumenti attiviamo per torcere, trattare e tessere la nostra risposta? Come la tinteggiamo con pennellate personali? Bisogna essere all’altezza della consistenza problematica che si antepone a noi. Riuscire a cambiare pur superando la parete della nostalgia, non significa abiura del nostro passato. Anzi tenerne conto, e ricorrervi in caso di necessità. Ma comunque salire decisi la scala che ti porta ai piani superiori. I ritmi saranno graduati proporzionalmente alla qualità dell’obiettivo. Spesso l’obiettivo rappresenta una necessità. Riuscire a far coincidere, senza creare frizioni, il dovere con la volontà è altra questione di grande peso. Il dovere impone tempi e modalità indipendenti dalla nostra disponibilità. Il volere è rappresentato dalla nostra forza interiore, dalle nostre qualità intellettive- Ingredienti fondamentali per alimentare il progetto nella sua fase processuale ed esecutiva.
Armando Crivelli 25 Agosto 2012