Mi piace riproporre ciò che ebbi modo di scrivere alcune settimane or sono a proposito della amicizia. Lo stimolo nasce dal fatto che nel contempo sono intervenute nuove conoscenze che confermano e avvalorano la tesi che sostengo al proposito e quindi rende necessaria la ulteriore precisazione che seguirà. L’amicizia, è un prodotto del sentimento va soggetto a tutte le variazioni e in alcuni temperamenti ha la instabilità del mese di marzo,
può resistere a lungo come può durare poco, può mutarsi in indifferenza o capovolgersi in odio, può dare dei dispiaceri o procurare gioie, può essere un conforto per lo spirito come può produrre degli avvenimenti spiacevoli. L’amicizia dovrebbe essere intesa più nel senso del voler donare piuttosto che ricevere. Vorrei collocare in questo contesto il piccolo ragionamento al seguito e far giungere ad alcune persone il contenuto obbligazionale del nostro ragionamento (anche di Romana). Banalmente potrei sostenere che nella sventura di Daniela e Beppe abbiamo trovato due persone che ci sono piaciute molto. Ed è proprio la reciproca sventura che ci porta a credere che essi saranno solidalmente nostri amici. L’amicizia raddoppia le gioie, divide le angosce e i dolori. Questo nostro cammino di conoscenza, renderà indissolubile la fraternità della nostra amicizia e ne raddoppierà l’incanto. Saranno le passioni che ci dominano che potranno fortificare questo sentimento. Elemento costitutivo di tanta convinzione è la percezione che abbiamo conosciuto due persone sincere. Essere sinceri significa semplicemente dire quello che si pensa, senza aggiunte, omissioni o aggiustamenti. La sincerità è terapeutica, cura il corpo, allinea scioglie il Karma. La menzogna ammala, intossica il corpo, produce turbolenze del Karma. La verità intesa come espressione sincera di ciò che si pensa e si fa è la base, è l’elemento che caratterizza la solidità delle fondamenta su cui costruire qualcosa di importante. La dove ci sono amici come Beppe e Daniela, ma anche altre splendide persone, noi abbiamo trovato il nostro forziere. Ci siamo “conosciuti” nel primo minuto dell’incontro. > Gli amici del presente/ hanno la natura del melone/non abbiamo bisogno di assaggiarne cinquanta/per trovare quello buono.