La violenza è sicuramente tema retorico nella discussione con cui si affrontano iproblemi della nostra epoca. Un argomento aperto dal cui titolo discendono le metodologie con cui e per cui si ricorre alla violenza. Karl Marx sosteneva che la violenza è la levatrice di ogni vecchia società gravida di una nuovasocietà. Di converso Filippo Turati scriveva che la violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto figlio di debolezze, malgrado i suoi effimeri trionfi. Alla violenza il socialismo deve gli alti valori morali grazie ai quali portò alla salvezza il mondo moderno. Ma anche in questo caso,sempre nell’ambito del pensiero socialista, modula il ragionamento Gramsci: Chi ha fede, chi solo alla realtà attinge l’energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e nonsubirà umiliazioni. In tempi più recenti, in piena guerra fredda si è sostenuto che: non di rado si può evitare di ricorrere alla violenza minacciando energicamente di usarla nel suo converso. Ma più in generale: tutti gli sforzi della violenza non possono indebolire la verità e servono soltanto a darle ancor più forza. Tutte le luci della verità nulla possono per arrestare la violenza, e non fanno altro che irritarla. Sono certo che la violenza non è forza ma bensì debolezza. Concludendo è nel modulo indipendente del nostro comportamento che si può inserire l’idea di Gandhi che riteneva che è meglio essere violenti, se c’è violenza nel nostro cuore, che indossare il manto della non violenza per coprire l’impotenza.
ArmandoCrivelli 16 maggio 2013