Saper invecchiare è il capolavoro della saggezza, è una delle cose più difficili nell’arte complicatissima della nostra vita. Lo è ancor di più sapendo che il peggio di quando si invecchia è quando si èconvinti di essere rimasti giovani. Aumenta a dismisura la triste ma radicata certezza che pur animati dalla fiera e orgogliosa presunzione di essere eterni, salvo rare eccezioni, le anime invecchiando prendono sentore di acido e dimuffa. Un aspetto vissuto intimamente che ci può trascinare nello sconforto. Il litigio tra la nostra idea di “eternità” e il declassamento biologico ci conduce nell’arena nella quale si affrontano i nostri valori psicologici.
Quindi il tema è come riuscire a conservare il “potere su di noi” portandoci ad agire conmedio equilibrio senza infervorarci per intraprendere tendenze comportamentali velleitarie o di grigia rassegnazione. Ricercare i germogli dei sementi mentali che crescono in questa stagione della nostra vita. Ancor che credo nessuno ama la vita come colui che sta diventando vecchio. Io personalmente vorrei invecchiare con grazia. Evitare di diventare un verme roditore che si antepone nei confronti di coloro i quali posseggono le virtù obiettive della giovane età. Attenzione che l’invidia è come una “palla di gomma che più la spingi sotto l’acqua e più ti torna a galla” Moravia. Torniamo ad essere noi stessi. E’ possibile se individuiamo il nostro naturale habitat mentale. Ci assicurerà quiescenza, sarà tale sino al giorno in cui attraverseremo la porta che ci condurrà alla vita non qualificata dall età ma bensì magnificata dalla grazia del Signore.