La caccia al fagiano, resa cosi innocua per l’agricoltura, è destinata ad ingrandirsi sempre di più, poi chè i boschi della Mandria offrono le condizioni migliori per questa selvaggina. Gli allevamenti vengono praticati con sistemi assolutamente nuovi. In un recinto della tenuta sono raccolte tutte le gabbie di produzione(oggi sono 80) con quattro femminelle e un maschio ciascuna, dove vengono prodotte le uova necessarie dalle diverse qualità dei fagiani ivi rinchiuse (torquato, mongolo, formosano, doscure ecc ecc). In una altra zona invece sono i parchi per l’allevamento dei prodotti. I fagiani nati nelle incubatrici vengono portati in casette di legno. Qui la funzione della chioccia è compiuta da una lampada a petrolio che – attraverso l’alluminio che la circonda – diffonde il calore necessario ai fagianotti. I fagiani appena sviluppati passano poi in uno speciale lungo corridoio a rete, diviso a sezioni, che stanno di fronte alle gabbie: di settimana in settimana passano da una sezione all’altra, fino al completo sviluppo. Essi vengono allora portati nei boschi prescelti per la caccia. Particolarmente interessante alla Mandria è la caccia agli uccelli di passo: non solo alla classica regina dei boschi, la beccaccia, ma anche a tutti i palmipedi. Caccia che si svolge sia all’aspetto presso i numerosi laghi della Mandria, sia all’alzo sui torrenti e sui canali che la solcano. Sempre intorno ai laghi, appositamente sistemati, si svolge poi una caccia degli acquatici sul tipo di quella in uso nelle lanche lombarde. Con particolare attenzione si segue sempre la distruzione degli animali di rapina: le volpi, che si catturano con apposite piccole battute o nelle tane con i cani bassotti; le puzzole, catturate con trappole e reti, i falchi e i falchetti, cacciati con il richiamo del gufo mentre il cacciatore si apposta in una cappannuccia; le ghiandaie, le gazze, gli scoiattoli, i cuculi, i corvi, uccisi specialmente con esche avvelenate, e così via.
N.B. Vi ho presentato lo scenario del 1931, ma peresperienza personale ho vissuto personalmente parte di tale realtà negli anni ’70 e ’80. Sono ovviamente pronto a dare lerisposte, nel limite delle mie capacità a chi eventualmente vuole porre domande. Preciso che sono contrario alla caccia.
Crivelli Armando 24 Agosto 2013
Dai miei appunti.