Una Società che si permette di utilizzare lo strumento del volontariato nella gestione di servizi di pubblica utilità, dovrebbe, in linea di principio, vantare uno stato di salute per lo meno confortante.
Ma il problema è un altro, perché non entrare nell’ottica di trasformare l’occasione in una opportunità di impiego, seppur temporaneo, di giovani oggi in affannosa ricerca di sostegno economico? Una straordinaria occasione per formare non solo culturalmente i ragazzi, ma appassionarli legandoli ad un ruolo di rappresentanza della città e della comunità torinese.
Era il caso di progettare un piano non solo legato alla fruizione dei simbolici luoghi museali e monumentali e convenzionare con le categorie degli albergatori e ristoratori il piano logistico,ma bensì legarlo al concetto puro di ospitalità che passa attraverso il sorriso, l’entusiasmo, le aspettative, le capacità di un dialogo fresco che solo un giovane è in grado di stabilire con persone che non si conoscono. Qualcuno la porrà sotto il profilo della indisponibilità economica. Questi servizi si ripagano, la cosa importante è che siano all’altezza delle aspettative e in tal senso le giovani guide sono una garanzia. Ciò che delude è che questa ipotesi non viene più considerata.
Il precariato è elemento parallelo a quanto summenzionato, si continua ad annegare nella totale mancanza di volontà politica nello stimolare e incentivare forme vere di reclutamento dei giovani nel mondo del lavoro. A partire dalla formazione che è alla base di una nuova arcadia di cui ha fortemente bisogno la nostra Società. In questi giorni sono stati pubblicati i numeri da parte dell’ISTAT riferiti alla disoccupazione giovanile. Primeggiamo in Europa con oltre il 30% di giovani senza lavoro. Si ampliano le fasce delle generazioni a cui si prospetta il “niente”. Quanti precari o senza lavoro ultra quarantenni. Oggi in nome della flessibilità, parlare di cose certe e di diritti è addirittura considerato argomento da irresponsabile. Tutto è sottoposto a ricatto, la vicenda recente Marchionne – FIAT è emblematica. Sta passando, senza ritegno , il principio che è possibile da oggi in poi mangiare l,unica minestra che ti viene proposta ad un prezzo che non solo non cala anzi aumenta. Saltano i diritti acquisiti, non c’è da parte di questo Governo nessuna intenzione di riportare la “contrattazione “ nell’ambito delle regole. Vince chi è più forte e spiace constatare che parte del movimento sindacale si accoda ritinteggiandosi di giallo come ai tempi di Valletta. Caro ministro Sacconi, Lei predica e auspica “capacità nuove per interpretare le logiche che muovono e determinano i rapporti economici nel mondo”. Noi sappiamo che anche in Cina, India, Brasile i lavoratori cominciano ad alzare la testa. Se ce la crisi , perché i ricchi sono sempre più ricchi? E’ sconcertante dover constatare che l’unico che continua a preoccuparsi di tutto ciò, assieme alle forze di sinistra sia rimasto solo il nostro Presidente della Repubblica. Il nostro Governo, dopo il mercato della fiducia ha ripreso il suo balletto fatto di promesse da non mantenere e con il Cavaliere che si rimetterà in moto con il solito triviale comportamento. Intanto l’ Italia è sempre più povera e depressa. Caso mai continueremo a far aprire le porte del negozio Italia ai volontari, e di ciò li ringraziamo, ma i giovani continueranno ad ammirare le vetrine dall’esterno con il naso appiccicato al vetro con la certezza di non avere futuro.