Questa sera è occasione, il cui valore non è solo simbolico,nella quale circostanza presenteremo parte di un lavoro , esponendo luoghi classici di memorie personali e non, augurando il rigore culturale delle informazioni.
Chi tra di Voi ritiene di poter annotare e mettere a disposizione pezzi di questa preziosa sostanza il peso vitaminico è importante sa che il sottoscritto è a disposizione. Io ho la grande fortuna di potermi avvalere del contributo, confidando che ciò sia reciproco, di Gianni Segato e Albino Suppo. Due autentiche miniere pregne di vene informative. Garantita questa sera Aurea Dorata. La loro presenza assicura qualità e quantità. Ma la vera sorpresa e diciamocelo il vero protagonista della serata è il padrone di casa. Alberto Montarsino, Bertu. Questa sera ci ospita, grazie, ma non si limita a ciò,io gli ho chiesto di raccontarci come un ragazzo, dopo tante esperienze, compresa quello del pluchè, lavorando e studiando, seguendo con attenta, oculata e disciplinata attenzione la politica famigliare è riuscito a diventare , crescendo una delle persone più conosciute e apprezzate della nostra comunità. Consolidiamo un filone, dopo Emilio Lanza, questa sera con Alberto Montarsino, vi preannuncio altri due geni cittadini Ernestino Balma e Sergio Spandre i quali ci ospiteranno nei prossimi mesi e ci intratterranno con argomenti che sicuramente cattureranno la vostra curiosità. E’ l’occasione per fere un bell’applauso a Cletu Balma, che è bene che si sappia, con i suoi all’incirca cento apre disinvolto tutte le mattine i suoi vispi occhietti.
Giuseppe Raffaele, è presente, in quanto componente del rinnovato Consiglio direttivo dell’Antica università dei minusieri, anticipandoci quanto per altro deciso rispetto la definitiva collocazione del museo di pertinenza nella sala carrozze della Mandria. Proporrò al nostro Presidente Irtino spero commosso dalla magia della serata, di consentirci una serata ad esso riferita. Grazie della presenza ad un pittore di fama come Alfano, che ci blasona con la esposizione di alcuni suoi lavori, a Bonci per il miele, e a Sergio per il libro di fresca tiratura intitolato…………………………………………………………………………….
Concluderei con una osservazione rubandovi solo più qualche minuto:
C’è più di un luogo a Venaria, dove la percezione del secolo scorso è ancora molto viva, e dove, per conseguenza, nella suggestione di un quadro non solo architettonico immutato, ma in un quadro socio architettonico singolarmente evocativo, la fantasia ama collocare(anzi quasi spontaneamente vedo emergere)i fantasmi del tempo. Ma lo sfondo socio architettonico, per quanto essenziale, non basta da solo a creare una atmosfera e bisogna ancora, affinchè il miracolo della riviviscenza di un certo passato si compia, che certe condizioni di silenzio e solitudine, una certa qualità di colore della stagione e della luce, una acconcia dosatura di ricordi storici, siano a loro volta soddisfatti! Allora, in questi attimi di grazia (che l’abitudine e l’educazione al sogno ad occhi aperti riescono però a disciplinare) ecco sorgere dal mare della vita presente, che tutto intorno rumoreggia come delle isole incantate, i confini del cui cerchio magico, per essere ideali, non son meno precisi, ne meno delicati e gustosi a stabilire. Una di codeste isole ideali di sopravvivenza novecentesca a Venaria è rappresentata dal racconto di Albino a cui do volentieri la parola grazie per la pazienza.
Armando Crivelli 2 luglio 2012