Da Conti a Duchi
Dopo aver consolidato i territori con l’accesso al mare non fu difficile per il Conte Rosso , Amedeo VIII, ottenere dall’imperatore Francese il tanto agognato titolo ducale. Nel 1416 la Savoia fu eretta a Ducato. Provò a rafforzare il proprio prestigio e ruolo facendosi eleggere Papa, prima ancora di essere ordinato sacerdote, dal concilio di Basilea, con il nome di Felice V. La legittimità del suo papato era discutibile, in quanto in quel periodo si trovavano in circolazione due o tre Papi contemporaneamente. Nel 1449 Amedeo – Felice si dovette metter da parte.
Il Regno
La tanto attesa Corona Regia arrivò nel 1713 con la pace di Utrech. Regno composto dalla Savoia, Nizza, Piemonte e Sicilia. Vittorio Amedeo II volle soggiornare per un anno in Sicilia. Pignolo, preciso, organizzatore, pretese di fare pagare tributi ai Vescovi e Baroni locali inimicandoseli. Il Regno durò pochissimo, i potenti locali richiamarono gli antichi referenti spagnoli che aderirono immediatamente. Con la pace dell’Aia del 1720 ci fu lo scambio con la Sardegna, isola più povera, meno popolata, più governabile e più vicina ai porti di Oneglia e Nizza e soprattutto gli consentiva di mantenere il titolo Regio
Le invasioni francesi
La politica sabauda fu sempre condizionata dalla sua collocazione geografica. Molte delle situazioni più critiche erano legate allo stato dei rapporti con la vicinissima e potentissima Francia. Carlo III non avendo potuto scegliere in tempo durante la guerra dei sessant’anni tra Francia e Spagna (Francesco I – Carlo V) dovette subire l’invasione francese e in parte quella spagnola. Nel 1536 i fracesi occuperanno Nizza e parte del Piemonte. Una pace regolò il tutto, quella di Chateau-Canbresis, dopo la sconfitta francese di San Quintino ad Opera di Emanuele Filiberto che sposò successivamente Margherita di Valois. Quando rientrò in possesso del Delfinato Emanuele Filiberto trasferì la capitale da Chambery a Torino e qualche tempo dopo anche la Sacra Sindone. Emanuele Filiberto lo ricordiamo vincitore assieme al provana della battaglia di Lepanto – Papa Pio V. Nonostante alcuni tentativi di espansione a nord, Carlo Emanuele I figlio di Emanuele Filiberto subì la solita occupazione di Savoia e Nizza da parte francese. Con il trattato di Lione del 1602 venivano ceduti in via definitiva i territori situati al di la del Rodano (Bresse e Burgey). Ottenendo in cambio il piccolo marchesato di Saluzzo.Altra invasione nel 1630, Carlo IV invase di nuovo la Savoia. Con la pace di Cherasco i francesi acquisivano Pinerolo, ma restituivano la Savoia. Alla morte di Vittorio Amedeo I, si scatenò una feroce guerra intestina tra i sostenitori della vedova Cristina di Francia, reggente per il figlio Carlo Emanuele II e i partigiani dei cognati Tommaso e Maurizio, filo spagnoli. Con la pace delle parti, si definì una sorta di protettorato francese che favorì l’insediamento al trono di Carlo Emanuele II. Con Vittorio Amedeo II fini la sorte di vassallaggio nei confronti dei francesi. Il Piemonte subì due nuove occupazioni nei soliti territori nizzardi e savoiardi, con molte battaglie in Piemonte nel periodo 1690 -1696 e nel periodo 1701 – 1713. Ricordiamo l’invasione del Generale Catinat e il tentativo di occupare Torino. Noto l’episodio legato a Pietro Micca. Vittorio Amedeo II vide coronato il suo merito con il titolo di Re. Nella notte tra il 21 e 22 settembre del 1792 le truppe rivoluzionarie francesi passano il Rodano e a sud il Varo, iniziava l’invasione della Savoia e Nizza senza dichiarazione di guerra. Erano le avvisaglie della Rivoluzione. Il Piemonte ospitava tanti controrivoluzionari tra i quali i fratelli di Luigi XVI generi di Vittorio Amedeo III. Le truppe sabaude arretrarono immediatamente. Cadde subito il porto di Villafranche. Il conflitto si protrae sino al 1796 concludendosi con la definitiva occupazione Napoleonica del Piemonte a seguito dell’armistizio di Cherasco. Con il successivo trattato di Parigi, Vittorio Amedeo II rinunciava alla sovranità di Nizza e Savoia, e nel 1798 era costretto all’esilio in Sardegna. Quindi nell’arco tra il 1792 e il 1801 in un assemblea costituita ad hoc (l’Assemblèe des Allobroges) si formalizzavano l’annessione alla Francia della Savoia, Nizza e del Piemonte. Seguirono anni pesanti e duri per le popolazioni locali. Furono eseguite molte confische e buona parte dei possedimenti delle famiglie aristocratiche assegnate ai beni demaniali. A Cagliari si radunò una sparuta schiera di fedeli alla corona. L’intera popolazione dell’ex regno sardo-piemontese venne coinvolta nei meccanismi delle frequenti guerre napoleoniche. Aumentarono ulteriormente i carichi fiscali.
Tornano i Savoia
La caduta di Napoleone venne accolta con sincera soddisfazione dalle popolazioni dei territori annessi. I membri più influenti della nobiltà,in particolare il De Sonnaz si attivarono per favorire il ritorno a breve del sovrano sabaudo. Vittorio Emanuele I rientrava a Torino dall’esilio il 15 maggio del 1814 festosamente accolto dalla popolazione. Il Congresso di Vienna che si proponeva di ridisegnare l’assetto europeo, prevedeva il ritorno all’ordine antecedente la Rivoluzione Francese. Giocando con intelligenza, Talleyrand rappresentante francese riuscì comunque a convincere i congressisti che metà Savoia era bene restasse francese. In compenso ai Savoia veniva assegnata Genova. I territori sabaudi vennero ampliati a seguito della definitiva sconfitta di Napoleone nella guerra dei “cent’anni” e Waterloo. Con il secondo trattato di Parigi del 20 novembre 1815 tutta la Savoia venne riassegnata al Piemonte.
Armando Crivelli 1 settembre 2011