La ricchezza è fonte di grandi privilegi, il più invidiabile di tutti è quello di poter intensificare all’ estremo pensieri e sentimenti.Anticipo con questa considerazione ciò che potrebbe configurarsi come una conclusione. Il rischio è quello di trascorrere una vita arida, ci si arrangia convincendoci che non è mai poco quello che è abbastanza. Ciò vale dove il poco è molto per chi non ha che il poco. Si giunge addirittura a pensare che molti poco fanno un tanto.
Si può procedere dilungandosi con i pensierini e ci si rende conto che spesso si crolla sul versante del pensare negativo. Gioacchino Belli, straordinario come sempre in uno dei suoi sonetti però sentenzia “ merito dite? Eh poveri merlotti! Li quadrini, ecco er merito, fratelli ./ li ricchi solo so boni, so belli: / so graziosi, so giovani e so dotti.” Per confermare “ nun c’è soverchieria, nun c’è ripicco/ che nun passi col’arma der zecchino / viva la faccia di quann – uno è ricco”. Ma invece a mio avviso il possesso della ricchezza ha reti invisibili in cui il cuore si impiglia insensibilmente. Mi incuriosirebbe passare in rassegna le case e le famiglie distinte per l’abbondanza dei beni….se risalissi alla fonte di quella opulenza, ben difficilmente ne troverei una ragione dove non si scoprono, nell’ origine e nel principio cose che mi farebbero tremare. Il problema del nostro tempo è la giusta amministrazione della ricchezza, affinchè i vincoli di una fratellanza oggi utopica potesse ancora unire i ricchi e i poveri in armoniosi rapporti.Perché ciò avvenisse sarebbero necessario battaglie culturali spaventose. Ma è molto difficile discutere con chi ha una voce piena di soldi. Accetterebbe di mal grado o meglio non accetterebbe l’idea che l’onore e la reputazione sono più auspicabili che la ricchezza: Oggidì, senza questi valori si sta male o si conserva una reputazione inadeguata rispetto la necessità di essere virtuosi e poter esprimere la propria autorità e onore. Matteo 19,24 nel suo proemio “ E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco nel regno di Dio”. Giungendo a conclusione se è vero che tra i ricchi la generosità è una forma di timidezza e fatica, al di sopra di un certo grado di fortuna non dovrebbe essergli riconosciuta il possesso di una bella anima. Accontentatevi di essere ricchi, ma non disprezzateci al punto di volerci fare del bene.