Questi atteggiamenti che caratterizzano da tempo, e in forma particolarmente colorita e provocatoria, a ridosso della celebrazione, sia la storiografia e sia la pubblicistica intorno al Risorgimento, che si presentano in forme nuove, hanno comunque fondamento ideologico nella storia di 150 anni fa.
Dato importante: questi argomenti conservano una grande attualità anche politica poiché chiusero un periodo della storia italiana e crearono le condizioni indispensabili per lo sviluppo successivo dei fatti sia politici che sociali. Ci tengo a sottolineare che la nascita dello Stato Unitario, risolse solo in parte il problema della libertà politica, così risolse solo in parte quello dell’Unità nazionale, non tanto nel senso dell’unità territoriale, che fu praticamente completata o quasi nel decennio successivo al 60, quanto dell’unità nazionale popolare dell’Italia. Si può quindi affermare che per certi aspetti il processo storico iniziatosi con il Risorgimento è continuato e continua tutt’ora ?? .
Qui insiste l’interrogativo sulla reale attualità del Risorgimento. Io appartengo a quella corrente di pensiero che si riconosce in quei valori che si sono affermati al seguito delle epiche battaglie resistenti e quindi il Risorgimento come cosa che mi appartiene, che mi affratella agli uomini che 150 anni orsono, ma che anche nella lotta partigiana, combatterono e morirono per la Libertà e per il progresso, per l’unità e l’indipendenza del popolo italiano. Non è possibile svoltare pagina di questa straordinaria storia, prescindendo dal gigantesco ruolo svolto da Giuseppe Garibaldi e dal corpo dei suoi volontari: I Garibaldini. Ecco le ragioni di questa serata, in questa città culla straordinaria di ingredienti storici che si integrano strategicamente nei gangli vitali delle vicende più complessive e che vedono al centro il grande romanzo Risorgimentale.