Nella Palazzina erano previsti brevi soggiorni, ma dotati di tutti i confort e piaceri finalizzato all’esercizio venatorio nella vastissima tenuta e agli incontri di festa.. La sua architettura, leggera e trasparente(Si pensi al Salone ellittico che ne è il fulcro, con le sue grandi aree e aperture), si articola con eccelsa raffinatezza e sapienza compositiva fra il vastissimo cortile d’onore sistemato a giardino e la natura disegnata del parco, meta del lungo percorso rettilineo che la collega a Torino, affiancato dagli edifici rustici delle cascine della vastissima azienda agricola, in una composizione urbanistica che governa e organizza il territorio, estendendo ad esso le geometrie della città barocca. E’ ampiamente noto come la chiamata di F. Juvarra a Torino all’indomani dell’agognato riconoscimento del titolo Regio, segni una svolta significativa dell’immagine della Corte da promuovere e sostenere a livello europeo nel suo nuovo Rango e, la palazzina di Caccia di Stupinigi ne è una delle più affascinanti testimonianze. Lungo l’asse del viale principale, oltre le due ali simmetriche delle cascine e dei rustici poderi, corre lo sguardo del continuo divenire degli edifici,per poi dilatarsi e poi restringersi, oltre l’ampia esedra, nello spazio racchiuso del gran cortile esagonale, ove si impone come diadema di una bianca corona di architettura la grande mole del Salone convesso esaltato dal cervo, signore dei boschi della caccia, per poi ancora fuggire, infinito, oltre al cerchio del parco, nella raggiera dei viali, nel distendersi uniforme della verde natura tagliata nel bosco. Questa è Stupinigi. E’ il risultato del fecondo e spregiudicata mente di F. Juvarra(1678 – 1736). L’architetto messinese chiamato a Torino da Vittorio Amedeo II. Dopo la vittoria contro i francesi del 1706, sanciti i nuovi accordi con la pace di Utrcht, il Piemonte Sabaudo cerca di affermarsi in campo artistico e architettonico. Indispensabili veicoli di propaganda. Chi imprime una chiara svolta all’edificio è Carlo Emanuele III. Lo intende luogo nuovo per gli svaghi stagionali della caccia, posto vicino alla capitale, era facilmente raggiungibile. L’obbiettivo era quello di realizzare un piccolo ma significativo “Padiglione con pochi appartamenti destinato allo svago delle Cacce dei principi” quasi immaginando di contrapporlo al gigantesco complesso della Venaria Reale.
L’edificio, a differenza di Rivoli, Moncalieri e Racconigi nasce nuovo. L’antico edificio medievale(Castelvecchio) tutt’ora esistente non viene preso in considerazione. Con l’affermazione dell’architettura e dell’arte Rocaille esaltata dalla realizzazione di Stupinigi, ultima metamorfosi della lunga stagione del Barocco prima dell’affermazione del Neoclassicismo, il Piemonte Sabaudo si avvia,sulla falsariga di quanto già tracciato precedentemente nell’ultimo scorcio del cinquecento e poi con la realizzazione del Castellamonte e il misticismo matematico del Guarini ,ad incidere profondamente nella cultura del territorio e sulla sua produzione agricola e proto industriale. Con il progetto dello juvarra prende corpo quello che è definito come principio, spirito e essenza del sistema generale circostante, il filo conduttore ideale che organizza il territorio dell’attuale Riserva Mauriziana delle Cacce. Lungo la rotta di caccia avveniva il Rito delle cacce Reali all’animale simbolo del privilegio aristocratico, riservato a nobili, principi e re, il Cervo. Il primo progetto ruota(1729) attorno alla costruzione di un edificio a due piani attorno al salone ellittico. Nei corpi di fabbrica che delimitano il cortile centrale, si comprendevano le scuderie, le rimesse per le carrozze, i canili e i locali con gli alloggi e i magazzini destinati al cosiddetto” equipaggio della caccia”. Ossia tutti quei servizi e attrezzature necessarie per allestire la scenografia legata all’apparato delle cacce Reali, che in epoca barocca impegnava centinaia di personaggi(cacciatori, battitori,cavalieri, stallieri,palafrenieri, addetti ai canili, cocchieri, militari della guardia alla persona del Sovrano e gli Ufficiali del Reggimento Guardiacaccia dei Dragoni del Re). Il piano inferiore era occupato delle cucine con dispensa, ghiacciaia, magazzini e i “servizi dei Regi uffici di bocca”. Un complesso sistema di condotti sotterranei consentiva il convogliamento dell’acqua verso canali esterni.
Fine prima parte.