L’ULTIMA CENA: Commissionata dal Convento di Santa Maria delle Grazie, luogo spirituale molto caro al Moro. Qui si celebravano i riti famigliari della dinastia. Dopo un lavoro di preparazione sulle pareti minori con soggetti iconografici normali e tradizionali, Leonardo affrescò l’ULTIMA CENA. Con il compenso il Genio risolse taluni dei suoi problemi economici.
Dal 1499 al 1508 iniziò il suo periodo errabondo, peregrinò presso corti e città d’arte, soggiornò per un brevissimo periodo nella sua Firenze e si trasferì a Mantova alla corte di Isabella d’Este. La duchessa era affascinata dall’artista, tentò di nominarlo pittore di corte in sostituzione del vecchio Mantegna. Lonardo respinse risolutamente la proposta. Si trasferì a Venezia nel marzo del 1500.Cli vennero conferiti incarichi importanti. Predispose uno studio relativo i sistemi difensivi della città oggetto di numerose incursioni da parte dei turchi. Tornò, nel 1501 a Firenze da cui mancava oramai da quasi vent’anni. Tutto era cambiato, a partire dal Governo, Piero, figlio di Lorenzo era stato cacciato e si era instaurata la Repubblica. Qui ripresero i conflitti con i dodici fratelli. Incontra Michelangelo, più giovani di circa vent’anni con il quale non fraternizzò, tra i due non scorse mai buon sangue. Ricominciarono ad evidenziarsi nuovi problemi economici, ma grazie all’amico Filippino Lippi riuscì ad assicurarsi un incarico preso i Frati Serviti per la realizzazione di una Pala d’altare nella Chiesa della Santissima Annunziata. Con questa opera si consolida il prestigio del maestro. Nel 1502 viene richiesto da Cesare Borgia in veste di architetto e Ingegnere militare. Cesare Borgia, tiranno ferocissimo, figlio del Papa Alessandro VI, è continuamente impegnato nel fronte militare. Gli studi e gli impegni sono quindi rivolti su questo versante. Per lui mette a punto un nuovo tipo di polvere da sparo, formata da zolfo, carbone e salnitro, studiò diaboliche macchine da guerra, macchine volanti e strumenti per la guerra sottomarina. Dettagliò mappe militari per facilitare le mosse strategiche dell’esercito.
La GIOCONDA: Il capolavoro che lo renderà celebre nei secoli. Identificato tradizionalmente come il ritratto di Lisa Ghirardini, nata nel 1479 e moglie di Bartolomeo del Giocondo (da qui il nome “Gioconda”” considerato il ritratto più famoso al mondo). Con la morte del padre, nel 1504 i suoi problemi conflittuali con i fratelli raggiunsero l’apice dello scontro. Ser Piero non lo aveva considerato nella eredità. Leonardo tentò la via legale ma non ottenne nessun risultato. Nel 1505 iniziò a scrivere un affascinante TRATTATO DEGLI UCCELLI, Un’opera rivoluzionaria e anch’essa incompiuta. Avrebbe dovuto avere il carattere sistematico di illustrare gli studi sulla natura dei volatili e sulla resistenza dell’aria. Ricavò lo spunto per realizzare curiose macchine volanti. Alcuni risultati sperimentali ebbero effetti tragicomici, come il volo nelle colline di Fiesole dove il pilota cadde rompendosi le gambe.
Dal 1508 – 1519 Cominciò a subire le lusinghe del Governatore francese di Milano. Charles d’Amboise che lo sollecitava ad entrare alla corte francese al servizio di Luigi XII . Fu lo stesso Re ad invitarlo. Si trasferì provvisoriamente a Milano nel 1508 e vi soggiornò sino al 1513. Dipinse LA SANT’ANNA, la VERGINE E IL BAMBINO CON L’AGNELLINO. Completò la seconda versione della VERGINE DELLE ROCCE e si occupò di problemi geologici, idrografici e urbanistici. Innalzò un monumento in onore di Gian Giacomo Trivulzio. Fu lautamente compensato. Risolse il problema della QUADRATURA DELL’ANGOLO CURVILINEO. Iniziò gli studi di anatomia. Nel 1514 ripartì per Roma. Ottenne il permesso di alloggiare negli appartamenti del Belvedere del Vaticano. Approfondì studi scientifici, meccanici, ottici e di Geometria. Entrò in contatto con il Bramante e Giuliano di Sangallo, che si occupavano della fabbrica di San Pietro e con il Raffaello che affrescava gli Appartamenti papali e probabilmente anche con Michelangelo. Si occupò del progetto per il prosciugamento delle paludi pontine. A Roma riprese a lavorare ad un vecchio progetto quello degli specchi USTORI che dovevano servire a convogliare i raggi del sole per scaldare una cisterna d’acqua, utile alla propulsione delle macchine allo studio. Rilanciò studi in campo anatomico. Per invidia subì gravi accuse di inciarmo e stregoneria. Senza protezioni decise di andarsene. Nel maggio del 1517 riparò in Francia Alloggiò nel Castello Closs-Lucè vicino ad Amboise. Onorato e riverito ricevette una pensione per meriti di 5000 scudi direttamente dal sovrano Francesco I Gli ultimi tre anni furono i più sereni della sua vita. Nel 1519 predispose testamento richiedendo di essere seppellito nella chiesa di San fiorentino Mori il 2 maggio 1519
A.C. 21 novembre 2011 Seconda parte