Se la vita avesse una seconda edizione come vorrei poterne correggere la bozza. Non sono certamente un pentito in vena di abiure o irriverenti disconoscimenti. Ma ho piena coscienza che la stessa sarà per me, come del resto per tutti un male incurabile. Ci porterà inesorabilmente a quello che in gergo conosciamo come la morte. Eppure nel suo lungo pellegrinaggio, la nostra vita, è una opera magica, misteriosa, ma che è sempre sfuggita alla ragione e al raziocinio. La grande questione è il rapporto tra questo ultimo elemento oggettivo con la qualità che sappiamo infondere ai nostri sforzi soggettivi che ne tentano l’integrazione nei termini più favorevoli fermo restando l’epilogo.
La vita di un uomo è una via verso se stessi, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. Una cosa complicatissima, ci piacerebbe moltissimo fosse una pillola dorata. E’ una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi incontrando ladroni,spettri, giganti, vecchi e giovani. Ma sempre incontrando noi stessi. La scarpa che va bene a una persona sta stretta ad un’altra: non c’è una ricetta di vita che vada bene a tutti. La vita è fatta di marmo e di fango. La vita che valga qualcosa è una continua allegoria e pochissimi occhi possono coglierne il mistero. Cerchiamo la vita la dove la possiamo trovare. Quando l’avremo trovata, la vita ci risolverà tanti problemi. Chi non stima la vita, non la merita. Evitiamo che sia come un indumento che continuiamo a riparare ma che non ci torna mai bene addosso. Non la possiamo considerare una continua procrastinazione. Come vorrei lanciarmi in avanti verso qualcosa di superiore,verso la perfezione, lanciarmi e arrivarci. Non amare ne odiare la vita, ma quello che vivi, vivilo nel migliore dei modi. Il valore della vita non sta nella lunghezza dei giorni, ma nell’uso che ne facciamo. Nell’attesa di riabbracciare il mio angelo salito in cielo vorrei viverla sognando in un sonno rumoreggiante dell’amore che provo per te. Papà.