Non c’è speranza senza paura, non c’è paura senza speranza
( Papa Giovanni Paolo II )
Non c’è nulla di tanto noto quanto il fatto che non dobbiamo aspettarci qualcosa in cambio di niente; eppure tutti lo facciamo, e la chiamiamo speranza.
Si Giulia! La speranza la immagino all’orizzonte , al fondo del mio percorso, zeppo di interrogativi che erigono ostacoli confondendo il mio mondo di certezze. Una speranza che si sostanzia nella memoria che perpetua in me rendendoti presente in ogni frangente della mia esistenza. La frattura tra certezza e incertezza è identificabile dalla mia incapacità di sedimentare, sentimenti, illusioni e convincimenti per realizzare la pace mentale. In fondo non sono una quercia. D’altro canto nessun uomo è un’isola, completo in se;ciascuno è parte del Continente, un piccolo pezzo di terraferma. La speranza è un sogno fatto da svegli. Ma spesso la speranza è buona come prima colazione, ma è pessima come cena. La speranza dovrebbe essere una virtù, una determinazione eroica dell’anima. La più alta forma della speranza dovrebbe essere la vittoria sulla disperazione. La mia confusione è una raffigurazione che invento per il mio ordine mentale che non comprende. Non vorrei che la speranza ipotecata dalla incertezza indebolisse la mia coscienza. Nel reagire forse troverò ingredienti vitaminici che mi permetteranno di focalizzare meglio l’obiettivo che devo raggiungere con la crescita mentale e spirituale grazie alla preghiera. Devo sconfiggere i timori che derivano dalla calcagna della speranza. Il tuo presente deve diventare mille volte più forte del potente passato. Mi è di grande aiuto l’immagine nitida del tuo sorriso che nell’apparire supplisce al mio perpetuo balbettio mentale e forse è ciò che tiene insieme l’impalcatura delle contraddizioni e debolezze. M a ti voglio talmente bene che i problemi morali e psicologici diventano effimeri e marginali. Ciao amore mio. Papà