Gli specchi dovrebbero riflettere un momentino prima di rifrangere le immagini. L’incontro con la realtà è spesso traumatizzante. Sappiamo che la realtà è la più abile fra i nostri nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo, e dove non avevamo preparato le difese. Quando mi specchio non oso commentare, tanto meno mi pongo domande ma percepisco rumori sordi. Ma ritengo comunque che sia più comodo, meno complicato far finta di niente.
Eppure è evidente quanto sono cambiato. Qualcuno sostiene che l’importante è non subire passivamente l’incedere degli anni, reagire moltiplicando gli impegni, ampliando lo spettro degli interessi, facendo movimento fisico. Per certi aspetti è quasi naturale, direi istintivo muoversi in questo modo. Saper invecchiare è quasi un capolavoro della saggezza, è una delle cose più difficili nell’arte complicatissima della vita. Fino a qualche tempo fa gli amici e i conoscenti si complimentavano per la mia aria giovanile, ero brillante e gioviale. Ma a quel punto è scattato in me un retro pensiero : mi sa che sto invecchiando. Una prima reazione è stata quella (forse) di cercare di accompagnare il tachimetro della vita con disincanto e grazia. Tentare di competere con i radicali liberi, gli agenti nemici, con la coscienza che non potevo eliminarli, ma contrastandone il ritmo. Una seconda cosa che penso di aver ben compreso è che nessuno ama la vita come chi sta diventando vecchio. Maggiori attenzioni anche nei comportamenti alimentari, preoccupandomi di curare, anche con la prevenzione, l’organismo. Ma anche cercando di supplire alla decadenza estetica curando elegantemente il fisico, indossando abiti giovanili e sportivi. Una terza importante e consapevole certezza penso sia legata alla necessità di disporre di una saggezza che obiettivamente negli anni si struttura dentro di noi. Italo Calvino sosteneva che: “La vera saggezza consiste quasi interamente in due cose : la conoscenza di Dio e la conoscenza di noi stessi” Certo non siamo tutti uguali e chi è dotato e virtuoso dispone di una generosissima quota di saggezza. Di converso la piccola saggezza è spesso fonte di litigiosità. E’ necessario sondare a fondo noi stessi si potrebbero scoprire bacini di saggezza che vanno drenati e portati in superficie. Certo una operazione che va compiuta con grande umiltà. L’umiltà è per certi aspetti l’anticamera di tutte le perfezioni, al punto che l’umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla. Tutto ciò però è pericoloso nella marcia di avvicinamento verso la realtà, pur con una serie di vantaggi dovuti alla nobiltà della nostra maturità. Questi ingredienti che stazionano nel complesso sistema che regge e fa funzionare il nostro motore mentale, di fatto rappresentano attualizzandola, la nostra immagine esteriore, la nostra capacità di relazione, il nostro peso utile nell’ambito delle economie personali. Sei ingrassato, hai perso i capelli, non ti ricordi delle cose, alcune delle osservazioni più ricorrenti nei confronti degli anziani. Forse bisogna partire proprio da qui, reagire senza negare l’evidenza oggettiva del contenuto ma assumendo l’interlocuzione come un suggerimento utile per provare a rilanciare noi stessi con gli elementi della esperienza, del credito che abbiamo maturato nel corso della vita e per l’indubbio peso che assume in termini di autorevolezza il computo degli anni. Lo specchio è colmo di tutto ciò, mi presenta la mia realtà in modo inespressivo ma in forma sincera, senza commenti offrendomi la possibilità di capire che se anche invecchio devo continuare con piglio e con interesse a proseguire nel solco che la vita mi ha riservato.