“Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto non ci si può vedere nulla di bello fin che non si guardano da lontano" Schopenhauer.
Ora io vivo nella nebbia, non riesco a leggere l’ora della mia esistenza. Non riesco a definire il confine tra la mia normalità e la mia anormalità psichica pur assegnando a questa distinzione un valore puramente convenzionale. Pur rendendomi conto che lentamente torno ad essere un uomo tipo, che varia secondo le situazioni, animato a volte dalla voglia di giudicare gli altri, quasi definendoli mostri o malati perché non mi somigliano.
Nuove forze, una nuova audacia, motivo di lode di una novella consapevolezza che darà certezza che è possibile sperare nel futuro lottando a fondo dando tutto al presente. Quindi nulla è riproponibile anche se piacerebbe ripetere certi gesti, certe abitudini, potersi dire”rifarò quello che ho fatto e sarà press’a poco lo stesso, ma non è proprio esattamente lo stesso” E’ il diverso dell’identico. Come potrebbe essere il mio “come prima”. Il mio identico oggi sei tu, amore mio, ma diverso perché tu oggi sei luce del paradiso. Sei il mio segreto perché mi sussurri la tua presenza a differenza dei “rozzi arazzi” non sei né vicino né lontano semplicemente, segretamente ci sei.
Ciao Giulia, ciao amore mio.
25-3-2011