Un secolo dopo la pubblicazione del Capitale, il primo ministro inglese Harold Wilson si vantò di non averlo mai letto. In effetti molti altri lettori vennero scoraggiati dal farlo dalle note “difficoltà di comprensione del libro”. Già nella sua premessa K. Marx prevedeva tale reazione. La annunciava già nel primo capitolo, in particolare riferendosi alla sez. che comprende “L’analisi della merce”. Egli tentò di renderlo più divulgativo articolandolo in sez. brevi e titolate. Ma l’idea del concetto di breve è poco presente nel la testa di Mrx. Aveva a cuore che i lettori si sforzassero, che crescessero con le loro capacità. La vera difficoltà era rappresentata dal fatto che il filo dei pensieri era continuamente interrotto da spiegazioni.
Ciò ingenerava molta confusione. Sponsorizzò la propria opera tra gli ammiratori suggerendo i capitoli più accessibili ad Es. “La giornata lavorativa, Cooperazione, Divisione del lavoro e manifattura, La cosiddetta accumulazione originaria”. L’unica parte veramente accessibile del libro era quella storica. Quindi si ravvisavano più difficoltà che avversioni politiche. Engels fece opera promozionale facendo leva sulla sua capacità di influenza sui giornali tedeschi. Bisognava stimolare la discussione attorno all’opera. Di grande aiuto Kugelman. Sua la frase”Per dirla con le parole del nostro vecchio amico Gesù Cristo, dobbiamo esser e innocenti come le colombe e astuti come i serpenti” . Quindi spingere la discussione con ogni mezzo. Ci vollero 4 anni per venderne 1000 copie. Ma la discussione prese quota in particolare in seno al movimento operaio. Il capitale divenne un testo icona che metteva simbolicamente sul movimento operaio un’opera di riferimento che per la sua consistenza annichiliva qualsiasi altra concorrente. La classe operaia aveva la sua corona ideologica e letteraria. Vi furono segnali di interesse anche altrove, fuori dalla Germania. In Inghilterra gli si riconosceva la “plausibilità della sua logica, il vigore della sua retorica e l’affascinante maniera con cui Marx affronta i più aridi problemi di economia politica. Venne tradotto nel 1872 in Russia, quasi ignorato dai censori zaristi che non lo consideravano applicabile in quel Paese e quindi non sovversivo. Lo stesso Lenin, anni dopo, lo prese poco in considerazione “E’ poco comprensibile”, era più attento a valorizzare la figura dell’autore in quanto personaggio rivoluzionario. Ai borghesi, interessa di più la scienza, il proletariato non è preparato necessita di spinta emotiva con forti venature ideali. Un libro che merita di essere letto sino a che esiste il capitalismo. Chi lo sa, se alla luce dei processi politici recenti non torni ad essere il pensatore di riferimento del nostro secolo. La sconfitta della borghesia e la vittoria del proletariato non si sono verificati. Gli errori e le profezie irrealizzate di Marx sul capitalismo sono eclissate e trascese dalla penetrante accuratezza con cui egli rivelò la natura della bestia. Mentre ancora tutto ciò che ha “Carattere di stabile e di rispondente alla gerarchia di ceto, si svapora “, il vivido ritratto fatto nel Capitale delle forze che governano la nostra vita – e dell’instabilità, dell’alienazione e dello sfruttamento che esse producono – non permetterà risonanza al potere di mettere a fuoco il mondo. Come sostenevo prima il libro merita di essere letto sino a quando esisterà il capitalismo.