Eppure anche le idee della mente si ammalano,a volte si irrigidiscono, talvolta si assopiscono,talvolta, come le stelle, si spengono.
E siccome la nostra vita è regolata dalle nostre idee, di loro dobbiamo avere cura, non tanto per accrescere il nostro sapere, quanto piuttosto per metterle in ordine.
Certe idee risiedono in noi come “dettati ipnotici” che non sopportano nessuna critica.
A differenza delle idee che pensiamo,i “Miti” sono idee che ci posseggono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici.
Sono idee semplici e comode, non sollecitano l’inquietudine delle domande, tranquillizzano le nostre coscienze beate.
Confondono la sincerità dell’adesione con la profondità del sonno. Tutto ciò è pericoloso.
Le idee comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero non ci consentono di comprendere il mondo che viviamo,i suoi rapidi cambiamenti di cui ci danno notizia i mezzi di informazione senza però offrirci la possibilità di cogliere gli elementi di discernimento.
E’ evidente che essere al mondo, senza capire in che mondo siamo, si rischia di ridimensionarci al ruolo di spettatori incupiti.
Dobbiamo rivisitare i nostri “Miti”. Io ero o sono ancora comunista?. Rivisitare i nostri “Miti” individuali e collettivi
Ciò è necessario poiché i nostri problemi sono dentro la nostra vita. La nostra vita vuole che si curino le nostre idee con il concorso della critica. Critica vuol dire”giudico”, “valuto”, “interpreto”.
Ogni valutazione comporta una crisi.
Chi non ha il coraggio di aprirsi alla crisi, non guadagna serenità. Lo deve fare rinunciando alle “Idee Mito”. Le idee nuove sono fragili come i cristalli, ma talvolta cariche di una forza in grado di distruggere le nostre abitudini mentali. Non sempre sono “Idee chiare e distinte” come voleva Cartesio, spesso sono solo abbozzi di interpretazione,che però consentono alla mente di allargare i suoi orizzonti, e a noi di diventare più tolleranti, perché più aperti e più capaci di comprendere , quindi di vivere.