Nozioni di frutticoltura. Da cenni storici ed economici sugli alberi coltivati. Estratto da una mia relazione allegata all’esame
L’Arboricoltura o Albericoltura si occupa della coltivazione delle piante legnose.
La Frutticoltura o pomologia tratta di quelle a frutto annuo.
La frutticoltura può essere empirica o sparpagliata, consociata o mista, industriale o intensiva, ornamentale o dilettevole. La prima si ottiene con l’innesto delle piante selvatiche o anche col piantare qualche albero nei siti più favorevoli e produce il necessario famigliare. La seconda consiste nella piantagione di alberi fruttiferi in filari, lungo i viali o ai limiti degli appezzamenti destinati a colture erbacee, e fornisce un prodotto capace di alimentare il commercio locale e anche quello di esportazione. La terza forma di frutticoltura si esercita su appezzamenti separati ed esclusivi, richiede maggiore copia di lavoro e concime e serve principalmente per il commercio internazionale. La quarta forma si ha coltivando gli alberi in vaso o a spalliera e in piccole piramidi o a cordoni o in serre e riesce ad essere remunerativa specialmente nei siti bersagliati da intemperie e dove la frutta costa molto. La più conveniente forma di frutticoltura è quella in filari regolari in aperta campagna o in frutteti specializzati in campi chiusi. Il carattere della frutticoltura delle regioni meridionali in genere è quello estensivo e a grande produzione, mentre nelle regioni centrali e settentrionali predomina il frutteto a produzione intensiva e di buona qualità. Ma per il commercio di esportazione occorre sopra tutto un prodotto costante nella qualità e quantità con frutta scelta. Un fine che si ottiene solo con la coltivazione razionale e redditiva. Le piante da frutta sono molto utili, perché oltre al prodotto principale di valore più o meno elevato, possono fornire importanti prodotti di tipo secondario(legname, legna,fascine e fogliame) e permettono altresì la coltura di piante erbacee, intercalate, come fave, fagioli, piselli, ortaggi, foraggi ecc. le quali si rendono necessarie nei primi anni dopo l’impianto ed anche in seguito perché migliorano la qualità del terreno e vi accumulano parecchio azoto. D’altra parte le piante da frutta richiedono, poche spese di coltura, e soprattutto pochi lavori e concimi, i quali si possono risparmiare o ridurre di molto con le coltivazioni erbacee interposte summenzionate. Nei nostri siti la coltura promiscua si deve preferire al frutteto esclusivo o specializzato segnatamente nel caso di piccoli proprietari o coloni, ma bisogna scartare senz’altro le piantagioni alla rinfusa e miste, come si usa nei comuni orti o giardini. Inoltre per avere un reddito elevato della nostra frutticoltura bisogna preferire le varietà locali ben selezionate e ben adatte al suolo, al clima e alle esigenze di mercato e a quelle meglio acclimate e naturalizzate, anziché quelle estere di non certa riuscita, coltivandole però in appezzamenti separati e ben preparati e con tutte le regole dell’orto e non abbandonandole a se stesse. Infine ogni paese, ogni località dovrebbe avere la sua specialità di frutto, al fine che ogni cliente possa sapere dove trovare quelle più richieste in commercio. ……
N.B. La relazione se non ricordo male è del 1972. Ho voluto riproporla per sottolineare come è cambiato il linguaggio, i contenuti e le tecniche.
Armando Crivelli 18.12.2011