Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli, adulterini. Ma sempre incontriamo noi stessi. La vita può essere fatta di marmo e di fango. Ma comunque la vita di ogni uomo è una via verso se stesso. Il tentativo di una via, l’accesso di un sentiero si profila all’ orizzonte. Spesso la vita è come dipingere un quadro, non come tirare una somma. Sono troppe le variabili, ci lascia spesso la insoddisfazione, è come una pillola che nessuno di noi può sopportare se non è dorata. La scarpa che va bene ad una persona sta stretta ad un’altra: non c’è una ricetta di vita che vada bene a tutti. E’cineticamente frenetica, ci costringe ad una perpetua distrazione, che non lascia neppure prendere coscienza di ciò da cui ci si distrae. A volte penso sia solo uno scherzo, e tutto lo dimostrerebbe. Se la mia vita avesse una seconda edizione come vorrei averne potuto correggere la bozza poiché a volte si rivela una malattia incurabile. Joseph Conrad scriveva che: “ La vera vita di un uomo è quella che gli viene accordata nel pensiero degli altri uomini per rispetto e amore”. Ciò mi gratificherebbe. Infine se c’è un peccato contro la vita, è forse non disperderla quanto sperare in un’altra vita, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa. Evitiamo che la vita di chiunque sia come un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi, ma invece che si assesti in un guanciale dove leggiadre e soavi aspirazioni possano svegliarsi accolte da un nugolo di musiche ben auguranti.