Spesso sono le circostanze che determinano inneschi inaspettati al corso della nostra vita.Circostanze che convenzionalmente rappresentano la casualità ma che se analizziamo bene potrebbero invece dimostrare ciò a cui eravamo predestinati. Tra ciò che avremmo auspicato e ciò a cui siamo approdati in genere si evidenziano forti differenziazioni.
Se ciò accade, non dobbiamo rispondere con gesti di ira . La linea filosofica che dobbiamo adottare è quella laica della accettazione. L’accettazione non è soltanto male, ma è anche sorgente del nostro bene, non è soltanto il buio ma anche la luce, non è solo bestiale, semi-umana, demoniaca, ma sovraumana, spirituale, nel senso classico del termine “divina”. La mente conscia si lascia addomesticare come un pappagallo, ma l’inconscio no; Sant’Agostino ringraziava Dio di non averlo fatto responsabile dei propri sogni. Tutto il nostro destino è già stampato nelle nostre ossa, prima ancora che raggiungiamo l’età della ragione. Sono però convinto, e ciò è soggettivo, che è sempre possibile commettere degli errori che ci costringeranno a tradire questo destino. Il destino guida chi lo segue di buona voglia, trascina chi si ribella. Seppur laicamente la fermezza contro il destino, la grazia di fronte alla sofferenza, non vogliono dire semplicemente subire: è un’azione attiva, un trionfo positivo. Il destino esercita la sua influenza su di noi anche quando non ne abbiamo ancora appresa la natura: il nostro futuro detta le leggi del nostro oggi. Un uomo coerente crede nel destino, un uomo capriccioso nel caso. Uno dei momenti più espliciti della nostra esistenza è quando il destino si biforca, o verso la catastrofe o verso il successo. Va detto che a ciò contribuiamo in parte con la legna di cui disponiamo. Non credo comunque che ognuno di noi sia artefice del proprio destino. Concludo ritenendo che la forza che a volte produciamo contro il destino sia in realtà una debolezza. La dedizione e l’accettazione sono molto più forti. Cara Giulia il nostro dialogo è sempre più fruttuoso, consideriamo i nostri destini dei viatici che si sono definiti in quell’oggi in cui ci eravamo salutati ma che hanno determinato lo scorrere del nostro presente alimentando la radiosa prospettiva dell’abbraccio. Un incontro naturale, soave pieno di ..amore. Papà