Da un punto di vista artistico: dopo gli interventi del Castellamonte, per circa un secolo, nonostante il lavoro degli stuccatori e dei decoratori, ma anche a seguito dei danni provocati dalle guerre (vedi assedio del 1706) i segni conseguenti furono quelli di appesantire l’immagine del castello. Nel contempo i gusti artistici generali erano profondamente cambiati. Pertanto ci si rivolge all’architetto Ignazio Birago di Borgaro con l’incarico di ringiovanire la residenza extraurbana. Il cantiere venne inaugurato nel 1767. Il risultato è sostanzialmente quello che si vede oggi. Viene salvata la facciata a levante mentre vengono modificati i corpi di fabbrica laterali e viene modificata la facciata a ponente per cui quello che era una delle due corti esterne è trasformata in area aperta. Il Birago chiama ad Agliè pittori, stuccatori e decoratori che mantengono parte dello stile tardo barocco ma introducono primi interventi di neoclassicismo. Ne è esempio la “Sala delle cacce” Altri interventi successivi verranno realizzati da parte di Re Carlo Felice e la moglie Maria Cristina e poi dai Duchi di Genova che abitarono il Castello sino al 1940 cedendolo successivamente allo Stato. Tutti gli oggetti d’arte presenti offrono testimonianza dei gusti e delle scelte artistiche di chi vi ha vissuto nel corso dei secoli. Il giardino all’italiana che incornicia il castello compreso la grande fontana con vasca do fronte la facciata a ponente è in parte riconducibile al progetto castellamontiano dove era prevista una esedra di collegamento del giardino con il parco. Oggi esiste una strada alberata che l’attraversa. La fontana laghetto è opera dei fratelli Ignazio e Filippo Collina che rappresenta il tema del fiume Dora che versa le sue acque nel Po. All’architetto Michele Costanzo è commissionato l’incarico di realizzare una grande chiesa – santuario della Madonna delle Grazie ( più nota ad Agliè come i “ Tre ciochè – i tre campanili”). L’insediamento religioso era posto a protezione delle case ddi Macugnago. Queste atmosfere di romantica bellezza e dolcezza hanno rappresentato una parte importante degli orizzonti di vita e di cultura di Guido Gozzano, il poeta canavesano nato a Torino da genitori di Agliè che nella villa il Meleto di proprietà della famiglia trascorreva le sue estati e lunghi periodi di riposo.
Armando Crivelli 16 ottobre 2011