In coscienza, non so dire se la situazione sarà migliore quando cambierò : posso dichiarare che dovevo cambiare se volevo che la mia dimensione personale migliorasse. Questo in sintesi il succo del mio ragionamento quando mi sono posto il problema. Il rischio che correvo era che più cambiavo e più era la stessa storia. Sapevo che i cambiamenti non avvengono mai senza qualche inconveniente anche quando si cambia dal male verso il bene.
Le vicende, soprattutto quelle tragiche, incidono in modo decisivo rispetto al necessario impulso che parte da dentro e ti costringe a misurarti con le valenze che si assemblano nella realtà. Le contromisure sono in genere dono della natura. Credo che Dio ci abbia aperto un c/c a favore di forza da usare con intelligenza a cui attingere di fronte le emergenze della vita. La fede in tal senso è moneta sonante, abbondante, tale da attenuare i dolori lancinanti che ti assalgono e indicarti i percorsi di risalita. Trasformarsi per non essere distrutti e propriamente il modo per ridarsi la vita. Vivere per non temere la morte. Nulla di più errato. Ritengo che vivere è nascere in continuazione. La morte non è altro che un’ultima nascita. Dio ci concede la vita eterna, semplicemente ce la struttura e ci indica di seguire un percorso che passa attraverso tappe obbligate rispettando prescrizioni e precetti virtuosi. A noi il compito di indossare gli abiti e adottare gli strumenti adeguati . Il cambiamento è la condizione per realizzare la nostra vera conversione.