Frumento, barbariato, segala, meliga, meliga rossa, riso, orzo, avena, miglio, fave, ceci, noci, ravizzone, vino, canapa, legna. Tutti questi prodotti sono diligentemente annotati nei libri contabili delle varie Aziende Economiche (Venaria, Chivasso, Apertole, Santhià ecc.). Normalmente si annotavano sempre i conti al netto.
-Per gli stalloni, 1 rubbo e ¼ di fieno, 3 coppidi biada.
-per i puledri grossi, 1 rubbo di fieno,2 coppi di biada, 2 coppi di crusca.
-Per le cavalle da carrozza,2 rubbi di fieno
-Per le cavalle da sella 1 rubbo e ½ di fieno
-Per puledri e puledre 1 rubbo di fieno.
A volte veniva mescolato un certo quantitativo di paglia “bianca di formento” con il fieno.
I menù ovviamente mutavano in ragione delle stagioni e delle funzioni degli animali. Nel periodo di svezzamento i puledri richiedevano più crusca ed “Acqua bianca” di segala, fieni migliori andavano alle cavalle pregne e nutrici e una maggiore quantità di biada agli stalloni nel periodo della monta. Molto interessanti sono le relazioni di Giovanni Brugnone, che descrivevano tali dettagli in uso a Venaria. Egli risiedeva infatti a Venaria presso la Regia Scuola di Veterinaria ivi impiantata nel 1791 dove assunse in seguito l’incarico di Direttore della Mandria di Chivasso. Dopo il 1768 la Razza fu trasferita a Chivasso rispondendo ad una precisa richiesta di razionalità che assicurasse buoni risultati più che alla necessità di ostentazione. A Venaria rimasero i cavalli legati alle attività più frivole quali il divertimento e i concorsi.
Armando Crivelli, giugno 2011